Il disarmo del cuore è un gesto che coinvolge tutti, dai primi agli ultimi, dai piccoli ai grandi, dai ricchi ai poveri
La giornata di domenica non era bellissima: cielo grigio, pioggia, freddino. Tutto avrebbe portato a rimanere a letto al calduccio, ma chi ha sfidato le condizioni avverse del tempo ha avuto modo di vivere una mattinata molto stimolante. Il calore di un caffè e dei dolcetti offerti dopo la santa messa in oratorio, gli abbracci e le chiacchiere con persone care, che non si vedevano da tempo, hanno fatto iniziare bene la giornata. Ma il bello è arrivato subito dopo: la visione della bellissima stanza consiliare del comune di Casarsa, dove si è svolto l’incontro, è stata strabiliante e l’argomento sviscerato da quattro persone, ognuna con la sua peculiarità, è stato molto arricchente.
Don Alex ha iniziato l’incontro riassumendo il contenuto del messaggio di papa Francesco per la LVIII giornata della pace intitolata “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”. Riconoscere che siamo figli dello stesso padre e perdonati da un Dio misericordioso, soprattutto quest’anno in cui si celebra il giubileo, ci aiuta a riscoprire la nostra fede attraverso la pace e la figliolanza. Rispetto a quelle di Papa Francesco don Alex ha indicato tre proposte concrete da mettere in atto nel nostro quotidiano per favorire la pace: pregare per i governanti, confessarsi e mantenersi informati leggendo vecchi testi della dottrina sociale della Chiesa.
Dopo i saluti e i ringraziamenti della presidente diocesana, Silvia Bortolin, Lucrezia Antoniolli ha preso la parola per spiegare il percorso fatto dai membri dell’equipe diocesana, formata da giovani e adulti, per organizzare questo evento. Studiando il messaggio del Papa per la giornata della pace, è stato il tema del perdono a colpire l’attenzione di tutti: in effetti ognuno di noi fa fatica a concretizzarlo nel quotidiano, mantenendo quindi uno stato di conflitto reale o latente nelle relazioni cogli altri. Tutto questo forse nasce dalla nostra incapacità di gestire le emozioni. Si è pensato allora di partire dalla rabbia per capire che cos’è, da dove nasce e come possiamo gestirla.
A descrivere il quadro di insieme in cui stiamo vivendo è stato il professor Paolo Tommasin, sociologo, che ha mostrato con delle slides i risultati di alcune ricerche sulla violenza e interpretato i numeri che mostrano come negli ultimi anni il fenomeno stia aumentando soprattutto tra i giovani (baby gang, bullismo, ecc.), nei confronti dell’altro genere, di adulti fragili e anziani e contro operatori socio-sanitari. Quello che ci ha colpito è stata la motivazione per cui si arriva a commettere atti di violenza: tutto può partire da un disagio sociale, da un potere da esercitare o da uno status quo da mantenere; si arriva poi a legittimare l’uso della violenza usando una serie di espedienti che deumanizzano il nemico e il diverso e li rendono “altro” rispetto alla specie umana. Il professore ha concluso il suo discorso descrivendo le forme di contrasto alla violenza, che possono essere promozionali, preventive o sanzionatorie.
Con l’intervento di Valentina Gaudenzi, psicologa, è stata data una definizione molto precisa alla rabbia, sottolineando tutti gli aspetti fisiologici, cognitivi e comportamentali che caratterizzano questa emozione primaria, universale e innata. Ciò che ha colpito i presenti però è stata l’affermazione che la rabbia non è un’emozione negativa, ma anzi ha una funzione adattiva ad una situazione, serve a proteggersi, a stabilire dei confini personali da far rispettare agli altri e ad esprimere i propri desideri non soddisfatti. È importante conoscerla per conoscere meglio se stessi. Ci sono delle tecniche ben precise per poter gestire la rabbia (come la respirazione, il rilassamento, la distrazione con pensieri positivi, l’apertura ad una visione diversa dalla nostra) e fare in modo che, una volta passata, si possa arrivare ad una soluzione di compromesso o addirittura al perdono di chi ci ha offeso.
L’ultima relatrice è stata Martina Zanetti, che, come counselor, non ha parlato di teorie, ma di esperienze vissute o osservate durante il suo lavoro. La cosa che più ha colpito del suo discorso è che il mondo di oggi è molto più complesso anche grazie alla tecnologia. Il conflitto è inevitabile nella relazione, visto che siamo tutti diversi, ma oggi più che mai c’è molto bisogno di relazione, di essere riconosciuti, ascoltati, anche se paradossalmente siamo già tutti interconnessi. Ciò che serve per evitare o ridurre il conflitto è non pensare di avere l’intera verità in tasca, è fare spazio all’altro, accogliendolo anche nella sua diversità. È molto importante, infine, prendersi cura delle relazioni - avendo incontri a tu per tu senza i filtri dei social - per riuscire a raggiungere insieme lo stesso obiettivo con più facilità.
A chiudere l’incontro è stata Ramona Lucarelli che ha presentato una carrellata di libri sul tema della rabbia, della vendetta e del perdono. L’elenco lo potete trovare tra i materiali scaricabili dell’incontro o qui sotto.
La lista dei libri: “Il conte di Montecristo” di A. Dumas + versione illustrata da Ernesto Anderle e raccontata da Fabrizio Silei, “Il ballo” di I. Némirovsky, “La ragazza del Kyūshū” di M. Seico, “Clitemnestra” di C. Casati, “Il pericolo di un’unica storia” di C. N. Adichie, “Contro Antigone o dell’egoismo sociale” di E. Cantarella, “Lily Storia di una vendetta” di R. Tremain e infine l’albo illustrato “Che rabbia!” di M. D’Allancé.