Sabato 9 gennaio si è svolto a Fossalta di Portogruaro l’incontro di formazione zonale per il mese della Pace. L’incontro, preparato dalle responsabili zonali, Silva Geronazzo e Maria Chiara Segatto, ha avuto come relatori Alessandro Tagliapietra, responsabile della ONLUS “La Grande Quercia” (l’associazione che come Ac diocesana sosteniamo per quest’anno), e l’assistente diocesano dell’Acr, don Luca Buzziol.
Il tema guida di questo incontro è stato il messaggio del papa per la XLIX giornata mondiale della Pace intitolata “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”. L’indifferenza è stata, quindi, il filo conduttore dell’intero incontro. Partendo da ciò, la domanda di provocazione iniziale posta agli educatori di Ac della zona bassa è stata “Di chi dovremmo occuparci/preoccuparci oggi?”.
Molte le risposte riguardanti i fanciulli e i bambini, ma anche i giovani, gli anziani, i disabili, i disoccupati, gli emarginati e chi fa fatica a incontrare gli altri. In questo panorama è emerso come ognuno abbia, per affinità, campo di servizio e vicinanza, una specifica categoria di interesse e di attenzione.
Da questa provocazione iniziale Alessandro Tagliapietra ha raccontato dell’esperienza sua e della sua famiglia rispetto al tema dell’Affido. Spiegandone brevemente gli aspetti legali e le diverse dinamiche dell’affido, Alessandro ha parlato di una forma di attenzione molto bella e forte: il pensare e il preoccuparsi per l’altro. Questa attenzione può essere riassunta in questa citazione di Danilo Dolci “Ciascuno cresce solo se sognato”. In questa espressione Alessandro ha voluto raccontare le esperienze di disagio, abuso e abbandono che i ragazzi accolti nella comunità famigliare “La Grande Quercia” hanno vissuto: bambini e giovani cresciuti nella solitudine di famiglie divise e in difficoltà, o peggio, con un’idea dell’amore deviata dagli abusi e dai maltrattamenti dei propri genitori. Bambini rimasti piccoli perché nessuno li ha sognati, si è preoccupato per loro, ha pensato per loro un progetto bello di crescita e di speranza.
Rispetto a queste situazioni è giusto preoccuparsi e agire. Alessandro ha raccontato come la motivazione che l’ha spinto a prendersi cura di questi bambini e ragazzi, così come stanno facendo i suoi genitori, si sia modificata nel corso della sua vita. Dall’esigenza di cambiare e rivoluzionare il mondo, il vissuto quotidiano fatto di dolori, fatiche, gioie e conquiste dei ragazzi affidati alla comunità familiare hanno cambiato questa visione: da pastore a pecorella smarrita, bisognosa di essere perdonata e accudita; da seminatore a terreno che accoglie, si lascia fecondare e fa crescere il seme in esso piantato.
“Educare è stare vicino nella quotidianità, creando relazioni, creando modelli educativi”. Così Alessandro sintetizza la propria esperienza, lanciando alcune provocazioni che nascono dal suo racconto:
- È più facile amare gli altri o amare se stessi?
- Posso occuparmi di tante cose senza essermi occupato prima di me stesso?
- Per chi faccio questo? Per gli altri o per “dormire bene la notte”?
Sono domande forti che, alla luce della testimonianza di Alessandro, ci invitano a non rimanere indifferenti alle realtà che ci circondano, ma anche a non dimenticare da dove nasce il nostro agire e il nostro servizio. Nasce senz’altro da una chiamata, da una vocazione, che sempre deve essere irrigata e rinforzata dalla formazione e dalla crescita spirituale, per diventare forti radici “ancorate al cielo”.
Don Luca si è soffermato sul messaggio del Santo Padre, approfondendone le diverse tematiche.
L’indifferenza, per Papa Francesco, nasce dal disinteresse verso Dio, dal quale scaturiscono quello verso il prossimo e verso il creato. Un umanesimo falso, unito al materialismo pratico e a un pensiero relativistico e nichilistico hanno portato l’uomo a pensare “di essere l’autore di sé stesso, della propria vita e della società”. La negazione di Dio ha indotto l’essere umano a “non riconoscere più alcuna norma al di sopra di sé e a prendere come norma soltanto se stesso”, producendo crudeltà e violenze senza pari, sia agli altri uomini e sia al creato.
Per fuggire a questa indifferenza, il Papa rimanda all’esempio del Padre che a Caino, indifferente verso il sangue che ha versato, chiede “Dov’è Abele, tuo fratello?”. Dio dunque si rivela, sin dall’inizio, come Colui che si interessa alla sorte dell’uomo. Seguendo proprio l’esempio di Dio Padre e del suo figlio Gesù, don Luca evidenzia i quattro rimedi all’indifferenza elencati dal Papa nel suo messaggio e li declina in due verbi per ognuno:
AMORE = Donare e Ricevere
COMPASSIONE = Empatia e Condivisione
MISERICORDIA = Perdono e Compassione
SOLIDARIETÀ = Gratuità e Attenzione
L’attività educativa contro l’indifferenza può essere veramente efficace, ma solo se trasmessa attraverso l’esempio, non solo nell’ambito religioso e spirituale, ma anche nell’ambito sociale e morale, nelle scelte quotidiane piccole e grandi. E l’attività educativa di Azione Cattolica può fare ancora di più.
Come educatori e giovani di Ac, facenti parte di questa associazione, abbiamo senz’altro una marcia in più, grazie alla fede in Gesù, “dono di Dio e accolto dagli uomini”, grazie agli incontri di formazione, grazie ai nostri gruppi di bambini e di giovani, che diventano fucine di relazioni, grazie alle feste e ai diversi momenti associativi e grazie all’entusiasmo che riusciamo a trasmettere e a ricevere quando stiamo insieme per e nel Signore.
L’incontro è proseguito poi con il momento di preghiera e di condivisione cui è seguita la visione di alcuni spezzoni del film “Central Do Brasil” di Walter Salles e con la S. Messa insieme alla comunità di Fossalta.
Si è conclusa la serata con una pizza condivisa assieme e con un’allegra serata di giochi, in stile AC.