Siamo l’Azione Cattolica e vogliamo annunciare, nel nostro stile, la bellezza delle altre persone! Troppe volte leggiamo articoli sui giornali, sentiamo servizi in televisione, ascoltiamo news alla radio, scorriamo pagine in internet in cui le bassezze del mondo sono le protagoniste. Purtroppo le cattive notizie fanno sempre buoni affari, quelle belle si nutrono di se stesse. Noi vogliamo raccontarvi, invece, di quante persone e azioni belle ci siano fuori di casa nostra, proprio ad un passo da noi, dove abbiamo smesso di guardare.
Quest’anno, chi si è occupato di scrivere i guidini per l’ACR di sicuro non aveva messo in conto che papa Francesco avrebbe potuto organizzare un mega party a sorpresa a tema. Così, il nostro papa ha pensato di chiamare tutti quanti a Roma per un Giubileo speciale, per ricordare a tutti come sia bello avere il cuore pieno di piccole cose e gesti verso il prossimo. Perché è proprio questo che significa essere misericordiosi! Fatto sta che il Giubileo della Misericordia s’intreccia casualmente ma perfettamente col nostro tema annuale, quello dell’uscire e dell’incontrare.

In una delle sue preghiere, il papa ha detto che «dove c'è un muro c'è chiusura di cuore: servono ponti, non muri». La storia che vi raccontiamo è molto bella, strappa sorrisi e ci fa prendere in mano il nostro cuore per guardarlo bene su tutti i lati, come una sfera di cristallo, per vedere dove può avere qualche macchietta da pulire e per smussare qualche angolo troppo duro. Chi ha vissuto questa esperienza sicuramente ne è uscito più pulito e arrotondato di prima (e non per la merenda consistente!), così noi vogliamo raccontarla per rendere tutti partecipi di questi due momenti di incontro!
Così, nei due pomeriggi di sabato 23 e 30 aprile, l’ACR di tutta la diocesi (170 bambini e ragazzi, una cinquantina di genitori e altrettanti educatori) ha messo in saccoccia la preghiera del papa e il tema dell’anno e, di buona lena nonostante la lontananza, è uscita dalle mura della parrocchia per andare a incontrare “La Grande Quercia ONLUS”, a Portogruaro. È una comunità familiare che accoglie bambini e ragazzi le cui famiglie sono momentaneamente in difficoltà. È una casa come tante altre, non ha una posizione privilegiata nella via, non è illuminata da fari da stadio. È più semplicemente una bella famiglia allargata, con tutte le difficoltà ma anche le gioie di qualsiasi altra famiglia, della quale il capotavola è Alessandro Tagliapietra che, con tutto se stesso, dedica da dieci anni il suo tempo a questi bambini e ragazzi assieme alla moglie e ai suoi due gemellini appena arrivati (congratulazioni!).
L’Azione Cattolica diocesana ogni anno rivolge il suo occhio generoso a delle realtà che hanno bisogno di sostegno ma che, purtroppo, restano spesso marginali rispetto al nostro cammino associativo. Per questo abbiamo deciso di essere noi i primi a uscire da casa per entrare in un’altra. Sono stati organizzati due pomeriggi di giochi e attività in cui bambini ed educatori hanno potuto conoscere in modo divertente la Grande Quercia, passando in modo diverso le ore che solitamente sono dedicate alle attività di ACR.
Dopo aver distrutto un muro disegnato su dei cartelloni, sui quali avevano prima scritto ciò che nella vita di tutti i giorni costituisce divisione tra noi e il prossimo, i bambini, divisi in piccoli gruppi, hanno costruito con pezzi di legno (simbolicamente raffiguranti i frammenti del muro abbattuto) una casetta-salvadanaio e un ponte, simboli del legame cui abbiamo cercato di creare con la Comunità. Questi due simboli sono stati regalati alle parrocchie nella speranza che ognuno possa valorizzarli e che le iniziative di solidarietà si facciano più vicine, così che non rimangano loro solo pochi minuti per presentarsi e farsi conoscere, dando loro spazio nella speranza di costruire ponti e di non alzare muri.
Anche i genitori dei bambini sono stati invitati a partecipare attivamente e a conoscere la Comunità: parallelamente alle attività di gioco è stato organizzato un incontro informativo (e formativo) che ha coinvolto anche loro per renderli partecipi dell’aiuto che possiamo offrire.
Non sappiamo quanto avrà fatto presa questo uscire, ma siamo certi che qualcosa si sia smosso. Queste le parole di un genitore, al quale abbiamo lasciato libertà di scrivere apertamente ciò che ha sentito incontrando Alessandro e la sua famiglia:

Caro Alessandro,
mentre sabato scorso, per caso, ho avuto modo di ascoltare la tua esperienza, mi veniva alla mente una massima: «Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce».
Oggi giornali, tv e mass-media tutti ci inondano la vita raccontandoci di ruberie, scandali, omicidi, stupri, fino ai crimini più abbietti di quei pedofili che devono aver venduto l’anima a Satana per far ciò che fanno; queste le notizie che fanno rumore, che  “tirano”, che fanno audience, che fanno far soldi ai giornalisti.
Ascoltando la tua testimonianza, ho pensato alla foresta che lenta e silenziosa cresce, che non merita i titoloni dei giornali ma che rappresenta il meglio di cui il genere umano sia capace.
Tu dedichi il tuo tempo, le tue energie, le tue risorse per donare a bambini meno fortunati dei nostri una carezza, un conforto, un sostegno, una guida: ciò di cui ogni bimbo di questo mondo ha diritto ma che il destino ha loro negato.
Bene così Alessandro, vai avanti, sei tutti noi!
Non ti danno le prime pagine nei giornali? Non importa, vai avanti!
La burocrazia anziché aiutarti t’intralcia? Non importa, vai avanti!
Nullafacenti e benpensanti non han di meglio che criticare? Non importa, vai avanti!
Sei tutti noi. Tutti noi che non abbiamo la forza, il coraggio di spenderci come fai tu, che ti ammiriamo per ciò che riesci a fare e che vogliamo starti vicino contribuendo come possiamo al tuo progetto. Se ognuno di noi mette il proprio sassolino son certo riuscirai presto a completare quel mosaico che si chiamerà “Casa famiglia La grande Quercia”.

Questa storia di vita, queste emozioni espresse ma anche quelle represse di chi ancora non ha «visto e amato» il prossimo, come Gesù ha fatto col giovane ricco, ci facciano non solamente spendere bei pensieri stando distesi sul divano ma ci spronino a metterci in piedi ora e ad andare, ritornando ogni volta arricchiti, poiché «è dando che si riceve».

L’Equipe Festa

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