Partecipare all’iniziativa proposta per il 1° gennaio ad Aviano, momento civile e poi Eucarestia, presenziata dal nostro Vescovo; prendere sul serio il messaggio del papa per la giornata mondiale della pace, leggerlo, meditarlo, interrogarci per capire quale conversione ci chiede, nel nostro quotidiano, personalmente e come comunità; pregare per la pace; approfondire ancora il tema con il convegno “Non più schiavi ma fratelli - dalla globalizzazione dell’indifferenza, alla globalizzazione della fraternità”: questo il percorso che abbiamo proposto ai nostri adulti di Azione Cattolica.
Domenica 25 gennaio ad Azzano X ci siamo trovati in un centinaio di persone ad ascoltare il contributo di Paolo Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, associazione che da anni si occupa non tanto di aiutare quanto proprio di condividere con gli ultimi la vita, cercando nel contempo di combattere le cause ingiuste che generano situazioni di povertà, solitudine, emarginazione; un’associazione in prima linea, presente nel territorio con il coraggio della verità, disponibile non solo con chi l’aiuto vuole e può chiederlo, ma anche verso i poveri che non ci vengono a cercare.
Il tema della lotta alle schiavitù, attraverso la riscoperta della fraternità, è stato introdotto dal momento di preghiera presieduto dal Vescovo. Luca e Chiara, del gruppo teatrale don Chisciotte di Porcia, ci hanno immerso nelle varie declinazioni della schiavitù presenti ancora oggi, interpretando alcuni brani tratti dalla letteratura contemporanea. Subito dopo, nel suo intervento, Ramonda ha raccontato con passione e semplicità le scelte fatte in famiglia e nella sua comunità, di vicinanza con chi è in difficoltà, qui accanto a noi, ma anche con i poveri che non hanno voce, nei paesi del sud del mondo. L’associazione continua a crescere aprendo nuove case famiglia e anche cooperative - realtà che garantiscano un lavoro dignitoso; è anche presente nelle stazioni dove incontra molte persone schiave delle dipendenze, nelle realtà dove molte ragazze sono costrette alla prostituzione da racket malavitosi. Alcuni sono chiamati anche ad una testimonianza di fede eroica.. abbiamo promesso di pregare per 3 giovani che a febbraio partiranno per Bagdad, invitati dal nunzio apostolico dell’Iraq a sostenere la fede dei pochi cristiani che non fuggono da quei territori per scampare alle persecuzioni.
Ascoltare il grido dei poveri, conoscerli, perchè essi sono un dono per noi, quando poi si entra in relazione e si abbatte il muro dell’indifferenza e della diffidenza, la condivisione diventa un passaggio naturale, non sempre facile ma che porta ad un arricchimento reciproco.
Tutti noi possediamo molti talenti, Ramonda ci ricorda che come comunità cristiana ne abbiamo sicuramente 5: il 1°la preghiera, per stare in piedi dobbiamo prima imparare a stare in ginocchio; il 2° la vita sobria; il 3°la fedeltà al proprio stato di vita; il 4°la condivisione con i poveri; il 5° la missionarietà; si tratta solo di non sotterrare i nostri talenti ma di metterli a frutto, perché è su questo che verremo giudicati.
A contestualizzare questo intervento è stato poi di grande aiuto Andrea Barachino, presidente della cooperativa Nuovi Vicini di casa, servizio segno della Caritas diocesana. Ci ha aiutato a conoscere un po’ meglio il nostro territorio, a comprendere come siano cambiati negli ultimi anni le realtà dei profughi e richiedenti asilo politico, dell’accattonaggio, della prostituzione, dello sfruttamento del lavoro. Spesso è proprio da un incontro e da una relazione che nascono alcuni progetti, come quello per le donne, vittime della tratta, grazie alla sinergia con realtà anche molto diverse tra loro.
Cambiare lo sguardo verso il prossimo, riconoscere nell’altro, chiunque sia, un fratello e una sorella in umanità, questo ci dice il Papa, questo ci ha ricordato con altre parole sia Giovanni Ramonda che Andrea Barachino: aiutarci prima e aiutare poi gli altri a vedere ciascuna persona in difficoltà non come un problema, ma spesso una vittima e sempre un dono, un fratello da incontrare.
Ciascuno di noi si è portato a casa qualcosa di bello, tutti sicuramente la gratitudine per quanto viene fatto dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, dalla Caritas e da tutte le persone e le comunità che si fanno prossimo.