Ricucire la relazione: esperienze di giustizia riparativa e mediazione umanistica tra carcere e scuola è il tema del convegno per la Pace del Settore Adulti di AC, che si è tenuto domenica 26 gennaio presso l’Auditorium Concordia a San Vito al Tagliamento.
Per l’occasione è intervenuta la dott.ssa Sara Dall’Armellina, mediatrice umanistica e penale, a nome dell’associazione "La Voce", e referente territoriale per le attività di mediazione umanistica. La giovane relatrice, con parole chiare ed esempi concreti, ha spiegato al pubblico uditore il compito del mediatore e il significato dei termini mediazione umanistica e giustizia riparativa nelle situazioni di conflitto. Il mediatore è colui che, dopo essersi formato, ascolta e “bonifica” le relazioni che i soggetti coinvolti in quel determinato momento non sono in grado di fare in autonomia.
La mediazione umanistica è una strada da percorrere per raggiungere la pace perché spesso il male nasce da un disagio: di fronte a chi commette un sopruso e a chi ne è vittima vanno riconosciute due grandi e legittime sofferenze che, se possibile, devono essere messe in dialogo. Il desiderio di pace, infatti, è inscritto nel cuore di ogni uomo, sia di chi compie il reato sia di chi lo subisce. Compito della giustizia riparativa, invece, non è risarcire i danni materiali ma spostare il focus dall’autore del reato alla vittima e a chiunque, all’interno della Comunità, si senta leso da quanto è accaduto. Questo sistema partecipativo e inclusivo ha come obiettivo la partecipazione attiva dei soggetti coinvolti nella commissione del delitto: permette al colpevole di dimostrare di essere altro e più rispetto all’autore della condotta lesiva e di rendersi conto del danno causato per provare a sistemare le cose.
Il dialogo e il confronto tra offensore, vittima ed entourage della vittima diventano così la chiave risolutiva ed alternativa alla mera esecuzione della pena e permette, con l’ascolto e il rispetto per l’altro e il mondo, di costruire una civiltà di pace.
Lisa Raggiotto
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