“La politica attende voi giovani, comunque schierati, a difendere i valori, i diritti, la dignità della persona umana, fino a quell’incantevole diritto che è l’uguaglianza di tutti davanti alla legge, sino a quella pacificazione religiosa che dice che tutte le religioni hanno pari dignità, sino a quell’articolo 11 che dice ‘L’Italia ripudia la guerra’, ed è forse uno degli articoli più formidabili!”
È questo il messaggio che Oscar Luigi Scalfaro, uno dei più grandi uomini politici, voleva trasmettere ai giovani. Forse pensando a lui ci si sofferma solo sulla politica, perché in tanti anni di carriera è stato l’aspetto che è prevalso. Ma quali altre sfaccettature della vita di quest’uomo sono state nascoste dalla maschera politica? Di lui si può dire che era un cristiano impegnato in politica, ma anche un uomo che del valore della laicità dello stato non ha mai fatto mistero. Infatti, lui stesso affermava di avere due riferimenti costanti: il Vangelo e la Costituzione; due cardini che, nonostante la loro indipendenza, danno un contributo fondamentale alla vita di un uomo.
Questi due testi hanno fatto sì che, lontano dai riflettori, abbia dato un ampio contributo in diversi campi sociali, lanciando input e provocazioni soprattutto ai giovani per dar loro maggior coinvolgimento nella vita politica e sociale. Probabilmente questa sua tendenza era dovuta al fatto che, fin dall’età di dodici anni, era un volenteroso componente dell’Azione Cattolica Italiana; cosa di cui non si è mai vergognato e lo dimostra il fatto che, in ogni sua apparizione pubblica, ha sempre indossato la spilla dell’AC. Lui stesso diceva: ”Porto questo distintivo perché l’Azione Cattolica è il luogo dove mi hanno insegnato cos’è la libertà, e mi hanno anche insegnato che quando si deve battagliare per la libertà, prima si battaglia per la libertà degli altri e poi per la propria.” Ci invita dunque a porre l’altro davanti a noi stessi, cosa che detta da un presidente della repubblica suona strana perché l’immagine che oggi abbiamo dei politici è quella di uomini in cui forse prevale l’io piuttosto che il noi. Questa libertà era la stessa che il fascismo non permetteva, ma che lui ritrovava in quel circolo dell’AC che per lui era “un richiamo continuo e amorevole”. Per quanto riguarda i giovani, la fiducia e la responsabilità che egli nutriva nei loro confronti era talmente profonda che molti, dopo la sua morte, hanno proposto testimonianze a riguardo, spiegando come Scalfaro amava incontrare i giovani e promuovere il dialogo sui temi che gli venivano proposti.
Alberto Monticone, ex presidente nazionale AC, scrive di lui: ”Ricevetti da lui un forte impulso a perseguire con sempre maggiore attenzione la formazione dei giovani, non solo sul piano etico, ma anche su quello della cittadinanza”. È importante sottolineare come nel rapporto con i giovani il Presidente lasciava intravedere come fosse necessario guardare al futuro: “Stare con i giovani è avere il polso di un paese per poter suggerire agli interlocutori giusti l’esigenza di guardare avanti”. Troppo spesso il senso del futuro, la progettualità e la speranza sembrano scomparsi dal nostro orizzonte, poiché è facile soffermarsi su ciò che deprime. Quanti sono ancora disposti a dare fiducia ai giovani in un mondo in cui non si parla che di crisi e disoccupazione? A dar loro spazio e responsabilità per il futuro? Scalfaro ci incoraggia tuttora a proseguire ed a farci avanti nonostante questi ostacoli e per farlo abbiamo bisogno di prendere in considerazione queste poche parole che nella loro semplicità sono ricche di significato: “Non arrendetevi mai, mai. Non esiste.”
I giovanissimi di Portogruaro con Carlo Gobbato
