"Voce del verbo Servire”: IO SERVO…?!

“La febbre la lasciò ed ella li serviva” (Mc 1,31): con il brano della guarigione della suocera di Pietro, si è aperto il primo degli incontro di formazione per giovani. Accompagnati da Don Angelo all’interno di questo episodio del Vangelo di Marco, è stato possibile da subito comprendere come il mettersi al servizio sia centrale nella vita di ciascuno.

La febbre stessa infatti rappresenta la morte, poiché l’essere fermi a letto ci impedisce di Servire gli altri. Ogni mattina siamo invitati ad alzarci per metterci al servizio! Allo stesso tempo però, si rischia sempre più spesso di cadere troppo nel “fare Martismo", tralasciando le motivazioni che ci spingono a portare avanti gli impegni quotidiani.
Ecco allora che, con l’aiuto di Diego Grando (ex presidente della Diocesi di Vittorio Veneto) è stato fatto un piccolo passo indietro, necessario per comprendere meglio in che modo ognuno può realmente servire.

Diego, invitandoci a riflettere sulla giornata appena trascorsa, ha chiesto dapprima di pensare ad un nostro dono e successivamente ad un’azione positiva compiuta: vien da sé che tutti noi abbiamo senza dubbio almeno un dono e che almeno un semplice gesto cortese è stato fatto.
E allora: io servo? A qualcuno? Per qualcosa? Certo che SERVO, perché la mia vita è DONO! Servo se mi educo a vedere il bello che mi circonda. Servo nel momento in cui tiro fuori il buono che c’è in me. Servo quando il mio bello e il mio buono diventano lievito per gli altri, soprattutto nelle situazioni non reciproche e dunque più difficili.

Ha sottolineato, inoltre, come la vita di una persona dedicata al servizio si misura in base ai SI e ai NO detti al momento giusto. Con la consapevolezza che il Si genera sempre qualcosa di straordinario. E Cristo ce lo ricordo ogni giorno: il suo è il SI più grande.
Diventa quindi fondamentale ricordare che Servire è una SCELTA!

“Il pane vecchio dato ai poveri non è carità”, dare perciò il tempo che avanza o impegnarci solo perché fa bene a se stessi…non è servizio. Due sono le posizioni del servizio: in piedi e in ginocchio. Seduti o fermi, non ci porta verso l’altro.
In che modo allora un Laico di Ac dovrebbe servire? Diego risponde con le stesse parole dette dal loro precedente vescovo: il laico di Ac è quello che si ACCORGE che la candela del Santissimo è spenta, si ALZA e VA ad accenderla.

 

 

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