Lo stile di Dio è…misericordia! Semplice, conciso e con la buona dose di ironia che lo contraddistingue, il vescovo emerito monsignor Ovidio Poletto ci ha guidati nel primo incontro dello “Stop and go”, svolto venerdì 22 gennaio nella sala parrocchiale di Chions. Il filo conduttore di quest’anno è ben riassunto dallo slogan “#CheStile!” e in questo primo incontro monsignor Poletto ci ha aiutati ad analizzare lo stile di Dio.

La serata è cominciata con una condivisione un po’ strana: ogni partecipante doveva scegliere la locandina di un film (tutti con protagonista Dio) tra quelle sparse all’interno della sala, nel quale si riconosceva meglio nel proprio rapporto col Signore. Nei vari gruppetti formati ognuno poi ha spiegato il perché della propria scelta e quali fossero i caratteri che contraddistinguevano il proprio legame con Dio, che e poi sono stati illustrati a monsignor Poletto.
«Siete gente curiosa di capire chi è Dio, un interrogativo che ha sempre travagliato l’umanità» questo è stato il commento del vescovo emerito, che in seguito ci ha aiutati a comprendere lo stile di Dio tramite il libro di Giona dell’Antico Testamento.
Lo stile che emerge è quello di un Padre misericordioso, capace di perdonare la città di Ninive, la quale si era ravveduta proprio in seguito alle parole del profeta Giona. Una città capace di cambiare vita, diventando da sanguinaria a pacifica e salvata da Dio proprio perché era riuscita a convertirsi. Un Dio che perdona quindi e stupisce anche lo stesso Giona, il quale può rappresentare tutti noi e che incredibilmente è sdegnato proprio per il perdono del Signore verso Ninive.
È un Dio che non tiene conto del male fatto, che prende sul serio la storia umana e cerca di mettere in guardia l’uomo da ciò che lo può distruggere. È un Dio che allo stesso tempo non pretende, che “dà margine” ad ognuno (a Ninive erano stati dati 40 giorni) e che quindi comprende anche le difficoltà dell’uomo. È un Dio misericordioso, ma non per questo solo “bonaccione”, che non costringe ma lascia liberi e che vuole che gli uomini e le donne siano esseri liberi.
In particolare, come ricorda anche Papa Francesco, è un Dio che non si stufa di perdonare e addirittura “non ha memoria” e dimentica quante volte ci ha perdonati. Un Dio pronto a venire incontro all’uomo, che non calcola le logiche economiche o utilitaristiche, che non vuole condannare ma salvare.
Un profilo, quindi, che ricalca quello dipinto più volte da Papa Francesco e proprio come il Pontefice, anche monsignor Poletto ci ha invitati ad andare controcorrente e a dire no alla “cultura dello scarto”.
Inoltre, l’uomo è un essere che ha bisogno di relazioni, sia orizzontali (con altri uomini), sia verticali (con il Signore stesso). Perciò ci ha sollecitati a «far la ginnastica del desiderio» cioè a pregare perché questo può avere beneficio anche nelle relazioni con chi ci sta attorno.
Infine, con una bella dose di sarcasmo, l’invito a continuare il percorso di fede ed educazione: «Mi hanno detto che voi siete tra quelli che “perdono tempo” a educare altri bambini o ragazzi! Continuate su questa strada, anche se a volte non è sempre facile».

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