Carissimi giovani,

l'esperienza appena conclusa degli esercizi spirituali di Frattina è stata così significativa che non possiamo non condividere con tutti voi le impressioni, le emozioni, le fatiche e le sorprese che questo tempo favorevole con il Signore ci ha fatto scoprire e vivere.

Non ci dilunghiamo qui nel descrivere cosa sono stati questi esercizi, ma lasciamo che le parole di coloro che li hanno vissuti parlino al vostro cuore…perché un’esperienza come questa è proprio lì che lascia i suoi segni e i suoi semi.

Un grande GRAZIE a don Mauro Bozzola che ci ha accompagnati in questo week end e a tutti coloro che hanno voluto condividere attraverso queste righe i loro preziosi pensieri!!

Buona lettura e buon cammino!

L’equipe SG

 

L'esperienza degli Esercizi Spirituali è un momento forte e necessario per fermarsi, per respirare un pò di "aria sana", per respirare il Silenzio, per ri-orientare la propria vita che spesso cede a piccoli o grandi sbandamenti; perché da soli non ce la facciamo, perché chi ha sete di Verità e vera pienezza non si accontenta, non gli basta, non perché è lui a deciderlo, ma perché è quella sete d'Infinito che non si può mettere a tacere.

Quest'anno gli Esercizi Spirituali a Frattina sono stati per me una grande risposta e una grande domanda. Ricordo poche esperienze "folgoranti" come questa. Ribaltamenti, schiaffi all'anima, spade nel cuore, ma anche tanta tenerezza e perdono. Sentirsi persi in una società che non aiuta certo a scegliere e a vivere con serenità il presente e i progetti per il futuro è constatabile da ognuno di noi. Ma sapere, anche se non senti e non vedi e non tocchi, che Dio, incarnato in quel corpo martoriato volontariamente per noi, è lì, che non ci lascia, non ci abbandona, non se ne va, ma ci guarda sorridendo d'amore e tenerezza con il suo sguardo, con le braccia spalancate per accoglierci nelle nostre ferite, nei nostri peccati, nelle nostre brutture che nemmeno abbiamo il coraggio di guardare e forse anche considerare come parte di noi perché ci fanno veramente schifo. Ecco, quel Dio sta lì e ci ama così come siamo. E io mi chiedo perché debbo essere amata se non sono degna nemmeno di essere al mondo, perché se la vita è un Suo dono io non la sto onorando. Eppure di fronte a tutto questo rimane solo l'Amore; nient'altro che amore e tenerezza di un Padre per il proprio figlio e per la propria figlia. "Era perduta ed è stata ritrovata". Come non accettare questo amore infinito che non guarda in faccia a niente e a nessuno pur di amarti e farti sentire amato e amata? Come fuggire e per cosa? Per chi? "Tu solo hai parole di vita eterna".

Tornare alla vita quotidiana non è certo una passeggiata, non basta fare gli Esercizi Spirituali una volta all'anno o due; ma la consapevolezza - e non il sentire - di essere amati nonostante tutto, la consapevolezza che Lui c'è e da lì non se ne va ci dà la forza per andare nel mondo, per continuare a camminare nella nostra vita regalandola al mondo, agli altri, alla Vita, perché è un dono; e come dono regala una gioia così grande che non è contenibile nel nostro piccolo cuore e allora nasce la vocazione: donare la propria vita. Una lotta. Una gioia.

Luana

 

Questo ritiro spirituale mi ha dato modo di vedere come la grazia del Signore possa manifestarsi nei modi più diversi possibili: nelle persone che ti sono accanto, negli accompagnatori, negli organizzatori, negli atteggiamenti e ancor di più nelle emozioni. La gioia, la tristezza, la paura, l’angoscia, la meraviglia, il senso di solitudine, la sicurezza, il sentirsi spiazzati, la fortezza, la debolezza,… sono tutti sentimenti che noi partecipanti a questo ritiro possiamo aver provato, ognuno in base alla sua storia, al suo presente.

Un denominatore comune ci univa tutti: l’amore di Dio. L’amore che sappiamo Lui nutre per tutti noi. Non importano le nostre debolezze, i nostri sbagli. Lui ci ama, di un amore infinito, che ci prende e non ci molla più. Quest’amore da pazzi.

Come abbiamo ascoltato, solo un “pazzo” come Gesù può amarci in un modo così grande e così gratuito. Impariamo anche noi a diventare ogni giorno un po’ più pazzi…

Carlo

 

A tutti quelli che mi hanno chiesto com’è stata l’esperienza degli esercizi spirituali di quest’anno io ho risposto “devastante! Ne sono uscita demolita, ma va bene così!!”

Questo non per fare la catastrofica, ma per dire che come mia prima esperienza di ritiro nel silenzio non è stata sicuramente facile. Prima di questa volta infatti, non avevo mai partecipato agli esercizi spirituali, non ne sentivo la necessità e probabilmente non mi sentivo neanche pronta ad un’esperienza simile. Quest’anno invece non ho esitato a dire di sì e con il senno di poi posso affermare che ne è valsa la pena, mi sono detta: “Martina, per una volta ne hai fatta una giusta!”

Non sono stati giorni facili, e il tema proposto per quest’anno: la vocazione, ha contribuito a rendere il tutto una gran bella sfida!!

Sono stati giorni di silenzio, ascolto, discernimento interiore, profonda crisi, ma anche di respiro per l’anima, giorni di “pesanti” “schiaffi morali” dei quali però probabilmente avevo bisogno.

Grazie alla presenza fondamentale del nostro relatore Don Mauro e alla guida di Don Angelo durante quei tre giorni ho potuto ritrovare, scoprire e capire cosa significa amare nel suo significato più autentico, cosa significa fiducia nei confronti di Cristo, ho capito cosa significa avere un vero progetto di vita.

Fino ad ora il mio cammino di fede e la mia ricerca vocazionale sono stati portati avanti con un “arrangiamento” molto personale, diciamo molto “fai da te”, senza la presenza di una guida che mi aiutasse a non cadere in equivoci o storpiature che spesso mi bloccavano e mi bloccano tutt’ora nel percorso di crescita spirituale.

Partecipare a questi esercizi quindi mi ha permesso di trovare la chiave giusta per riprendere il mio cammino con il giusto passo e verso una direzione decisamente più chiara.

Ho faticato molto nel mettermi a confronto con me stessa, ma soprattutto ho faticato nel mettermi in comunicazione sincera con Dio, a quanto pare prima non sono mai stata capace di farlo veramente. Avevo paura di guardare il disegno che Lui ha riservato per me, avevo paura di affidargli la mia vita perché in cuor mio avevo intuito che gran parte di ciò che io avevo deciso per me sarebbe cambiato.

A darmi prova di questo ci ha pensato subito Don Mauro attraverso le proposte di meditazione che ci ha presentato in quei giorni con le quali ci ha spiegato chiaramente che Dio ci ha destinato a cose grandi e cercare di comprenderle con la sola logica umana è praticamente impossibile!

Dio ci ha destinati ad amare come Lui ci ama e per poterlo fare è necessario permettergli di entrare nel nostro cuore, di prenderne possesso, è necessario permettere a Lui di guidare il nostro agire: siamo chiamati ad un vero e proprio atto di fede!

Dio ci sceglie ogni giorno e noi siamo chiamati a scegliere Lui riponendo fiducia nel suo amore. Nessuno di noi probabilmente si sente adatto ad accogliere questo tipo di amore, il Suo modo di amare, io per prima ne sono sempre stata un po’ terrorizzata, però ciò che più di tutto mi ha convinto a rendere più forte la mia fiducia è stata una frase di Don Mauro, pronunciata alla fine del ritiro. La frase dice: “Dio non chiama quelli che sono capaci, ma rende capaci quelli che chiama.”

Martina

 

“Dio, nella tua Vocazione, realizza la Chiesa, non la tua “autorealizzazione”. Tu, prete o marito, moglie, religioso o religiosa, ricevi la tua vocazione per questo, PERCHE’ ATTRAVERSO DI TE TUTTI CONOSCANO GESU’’”.

 

Nel nostro fine settimana a Frattina abbiamo goduto dell’aiuto e della testimonianza di Don Mauro, sacerdote della diocesi di Verona. Con sapienza e con l’affascinante onestà di chi non si sente e non si mostra “arrivato”, Don Mauro ci ha guidati in una “due giorni” di Esercizi Spirituali sul tema della Vocazione.

Per me (e credo anche per gli amici che con me vi hanno partecipato) questi Esercizi sono stati un vero dono, qualcosa che ha toccato in modo diretto LA domanda che sta a capo di tutte le altre, quella che non sempre ho il coraggio di far risuonare dentro il mio cuore: “Signore, chi sei tu e chi sono io?”. In primis facendo tanta chiarezza su punti di importanza fondamentale per il nostro cammino, su concetti che a volte rischiamo di comprendere in modo “facile” ma sbagliato (con il risultato di girare a vuoto):

“la Fede non è un sentimento: è ascoltare e mettere in pratica”

“la Vocazione non è fatta sulla misura delle tue capacità”

“le difficoltà non sono il segno di una scelta sbagliata”

Di certo, provocazioni dirette e incisive non sono mancate: “Puoi sbagliare vocazione? Puoi sciupare la tua vita? Puoi buttare via tutto?”

“ SI’.”

Sempre insieme, però, all’appello che Dio rinnova OGNI GIORNO con ciascuno di noi. Quell’appello a fidarci e ad uscire “dalla barca della nostra razionalità, dei nostri calcoli, che – Lui lo sa – sta affondando”, e ad“entrare in questa pazzia” : l’amare gli altri come Gesù ci insegna.

Abbiamo scoperto in modo nuovo e più profondo come Lui faccia andare al di là di dove può portarci la sola ragione, permettendoci di “camminare sulle acque della contrarietà” e donando la PIENEZZA che in cuor nostro desideriamo. Quella Gioia che non possiamo conoscere senza un RAPPORTO PERSONALE CON LUI, senza quell’amicizia che comincia quando “ACCETTIAMO DI ESSERE AMATI DA DIO PROPRIO LA’ DOVE C’E’ IL NOSTRO ‘SPORCO’, proprio là dove da noi stessi proprio non ce la facciamo“.

“Gesù è un fantasma che si avvicina alla tua vita, e tu stai gridando dalla paura? Oppure è vero?”

“Sei disposto a lasciare che sia Lui IL RE DELLA TUA VITA?”

 Marco

 

Come tutte le esperienze forti, ci vogliono alcuni giorni per riordinare le idee e ancora non ci sono riuscita del tutto. Gli esercizi quest’anno sono stati così intensi e mi hanno dato così tanti spunti di riflessione che è davvero difficile riordinarli per riuscire a scrivere una breve testimonianza.

Gli esercizi sono stati come una grande freccia posta sulla mia strada, che mi ha indicato da che parte devo andare; soprattutto mi hanno indicato come voglio percorrere la mia strada. Il cammino è molto lungo e sarà decisamente faticoso (anche su questo punto don Mauro è stato molto chiaro!) ma spero di ricordarmi sempre di non temere, di fidarmi e affidarmi a Dio, perché Lui mi ama così tanto che “io valgo il sangue di suo Figlio”.

Da questa esperienza mi porto a casa soprattutto una frase che ha detto il don durante una meditazione: “la presenza di momenti difficili nella mia vita non significa che sto sbagliando strada”.

Mi auguro di riuscire a portare quanto scoperto (e ri-scoperto) in questi giorni di Grazia nella mia vita quotidiana, impegnandomi a pensare e ripensare, mettere in pratica ed esercitare quello che il Signore ha voluto dirmi!

Anna

 

 

Gli esercizi spirituali hanno rappresentato per me un tempo favorevole da dedicare a me stessa per la cura della mia anima! Non è facile in una vita pittosto frenetica mettere a tacere tutto quello che sta all'esterno per dare ascolto alla parte più profonda di me e gli esercizi hanno permesso questo. Non è altrettanto facile però, non essendo abituati, stare ad ascoltare la propria anima e riuscire a distinguerla dagli innumerevoli pensieri che uno ha.

 

Quello che mi ha fatto particolarmente riflettere è il vero significato della parola amore che ci è stato presentato: amare significa donare completamente noi stessi all'altro, permettere che ci faccia del male e riuscire ad amarlo fino in fondo anche nella parte più brutta e sporca che ha. E' una cosa tanto meravigliosa quanto complicata il fatto di riuscire ad amare l'altro nella sua totalità, per le cose belle e per le cose brutte che ha, anche quando ci fa soffrire... ora ad una settimana di distanza credo di aver appreso la nozione, ma sono ancora molto lontana dal riuscire a metterla in pratica e in questo sono messa alla prova tutti i giorni. Con le prossime occasioni di incontro stretto con Gesù che avrò spero di riuscire a chiarire ancora di più questo argomento e con il Suo aiuto e sostegno desidero riuscire a mettere veramente in pratica questo Suo insegnamento.      

Elisa 

 

 

 

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