Ci sono esperienze che lasciano il segno: il Campo Orientamento 2016 è stata sicuramente una di queste! Quest’anno il campo si è tenuto a Forgaria nel Friuli e ha visto la partecipazione di 37 ragazzi, provenienti dalle parrocchie di Casarsa, Cordenons, Corva, Fiume Veneto, Fossalta, Maniago, Maron e Porcia, guidati da un’equipe composta da 10 educatori, l'assistente don Loris e un seminarista (il Cipry).
Durante la settimana di campo siamo stati immersi nella realtà di un’agenzia interinale chiamata “Walk In Progress”, la quale aveva lo scopo di occuparsi principalmente della formazione personale dei suoi iscritti, che seguirà ancora nel corso di tutto l'anno associativo. Per questo motivo noi ragazzi abbiamo lavorato molto su noi stessi, sul rapporto con gli altri e con Dio. Le attività che abbiamo svolto ci hanno permesso di soffermarci a riflettere su temi centrali per la nostra vita: i desideri che abbiamo e che vorremmo esaudire, i valori che si trovano a fondamento di questi desideri, l'amore e le relazioni, di cui abbiamo liberamente rappresentato i significati, gli obiettivi che ci siamo posti e i progetti che ci impegniamo a raggiungere perché li consideriamo molto importanti e infine i limiti che riconosciamo in noi e che talvolta ci impediscono di rapportarci al meglio con chi ci sta vicino. Grazie alle testimonianze di Davide, di Jean-Pierre e di Elisa e Matteo, che hanno riempito il nostro venerdì pomeriggio, abbiamo compreso che nelle scelte che compiamo rispecchiamo noi stessi, quindi i desideri, i progetti e i limiti su cui abbiamo riflettuto, ma che, nonostante le difficoltà, dobbiamo saper leggere i segni che Dio ci lascia, andare dove Lui ci chiama ad essere e ad agire e metterci al servizio dell'altro.
Ogni giornata è stata scandita dai momenti di preghiera, nei quali noi ragazzi eravamo invitati a condividere qualcosa con gli altri: le parole che nei Salmi ci avevano colpito maggiormente, le consapevolezze maturate o le emozioni vissute. In particolare, durante le celebrazioni del pomeriggio, condividevamo il segno che rappresentava il giorno trascorso e ne racchiudeva il significato. Ad accompagnarci in questo momento, durante tutto il corso della settimana, è stata la figura di Abramo, il quale ha abbandonato la sua terra e le sue sicurezze per rispondere alla chiamata di Dio, fidandosi di Lui, ma al tempo stesso sperimentando il limite tutto umano del timore. Alla sua storia si deve lo slogan del campo, “che tu possa essere una benedizione”, perché ciò a cui siamo chiamati si apra sempre al servizio e al dono agli altri. Fra le occasioni di vicinanza a Dio, quella maggiore è stata la notte di veglia, durante la quale ognuno di noi ha scritto una preghiera per un ragazzo del campo, che è stata consegnata al destinatario la sera del fuoco.
Questa esperienza ci ha permesso di instaurare all'interno del gruppo forti legami, che sono continuati oltre la settimana di campo e che speriamo si rinsaldino sempre più nel corso del cammino che ci aspetta e che intraprenderemo insieme.