Lì sono io in mezzo a loro (Mt 18,20) era il titolo del campo Base 2 iniziato mercoledì 12 agosto e che ha visto come protagonisti Ruby, Franklin, Dott. Smolder e Prof. Sheldon...ah no: Martina, Gabriele, Alberto e Francesco. Ad accompagnarli nella missione un’equipe altrettanto numerosa: Francesca, Nicole, don Martino e Oscar, che si dice fosse il capo campo.
È stata una sfida a tutti gli effetti per ciascuno, a cominciare dall’equipe che ha accettato la scommessa e creduto in noi campisti affinché si svolgesse questo Base 2, e per noi è stata come sempre occasione di metterci in gioco e in discussione lasciandoci da loro guidare in questo cammino.
Siamo partiti con una “breve e facile” camminata, che è piaciuta talmente tanto a Oscar da farne il movente dell’assassinio di don Martino, il quale domenica è stato dunque sostituito da don Goku...e non aggiungiamo altro! Con la partecipazioni anche di diversi ospiti, abbiamo potuto interrogarci, riflettere e apprendere diversi aspetti, in particolare: l’importanza di curare il contatto con le famiglie dei nostri ragazzi, la progettazione di un grande gioco del tipo “cena/camminata con delitto” (che ci ha stuzzicato a mettere in atto un “pranzo con delitto” l’ultimo giorno di campo), la figura del laico e del giovane in Ac e nella Chiesa, grazie anche al contributo del vescovo, il nostro essere responsabili educativi, gli aspetti salienti della programmazione (senza mancare di un sanissimo e serissimo post programmazione come insegna il CC) e infine un “Soliti Ignoti” per conoscere i personaggi della nostra Ac diocesana.
Inoltre non sono mancati momenti di riflessione personale come il piccolo ritiro spirituale in quel di Erto: guidati dalla Parola e dalle provocazioni di don Martino, ci siamo presi del tempo per noi, interrogandoci soprattutto sul nostro rapporto con il Signore e su come abbiamo affrontato il lockdown.
Insomma, tra profonde condivisioni e performance delle “CMC Sisters” (per chi non le conoscesse consigliamo di andare subito su YouTube a cercarle perché vi state perdendo qualcosa di delizioso!), tra ricchi momenti formativi e grosse risate per le storie improbabili raccontate attorno al fuoco (con tanto di marshmallow che per cuocerli bisognava trovare il compromesso tra golosità e ustione alle dita), sono stati quattro giorni pieni di entusiasmo, emozioni e opportunità di crescita personale.
Il tutto lo abbiamo vissuto in un clima davvero sereno, piacevole, interattivo e di complicità, tanto tra noi campisti quanto con l’equipe, dai momenti seri e di complicità, tanto tra noi campisti quanto con l’equipe, dai momenti seri a quelli di svago.a quelli di svago.
Ora non possiamo che andare avanti più carichi di prima, senza scordare on possiamo che andare avanti più carichi di prima, senza scordare che “se il gioco volete lasciare, dovete salvare Jumanji e il suo nome che “se il gioco volete lasciare, dovete salvare Jumanji e il suo nome gridare”...JUMANJI!gridare”...JUMANJI!