Eccoci qua, appena rientrati da un campo che ha superato di gran lunga tutte le nostre aspettative. È stato diverso, nuovo, speciale. Molti di noi l’hanno descritto come una grande novità, che ha portato con sé tanto stupore e meraviglia. Si è rivelato una continua scoperta, oltre che uno scoprirsi l’uno con l’altro. Prima di partire non sapevamo molto cosa ci aspettasse, ma ci siamo semplicemente fidati. Anche se spinti da motivazioni diverse, tutti siamo partiti con il desiderio di ritrovarci, di stare in ascolto di Dio e di concludere il nostro percorso di orientamento iniziato a Cimolais l’estate scorsa.

Il 16 agosto siamo partiti per Nocera Umbra, un bellissimo borgo a Perugia, che ci ha ospitati per i nostri quattro giorni di campo, conclusi con il “Patto” in seminario a Pordenone. Eravamo un gruppo di 23 ragazzi accompagnati da un’equipe di educatori e da Don Davide. Una delle cose più belle è stato proprio il conoscersi già da molto tempo. Infatti, non ci siamo trovati in quella solita situazione d’imbarazzo iniziale. Il gruppo era già unito e in questi pochi giorni lo è diventato ancora di più, fino a formare una vera famiglia, di fratelli e sorelle.

Sono stati giorni intensi, vissuti a pieno. Abbiamo camminato, faticato, ma sempre con il sorriso. Siamo andati alla scoperta di un paese meraviglioso come Assisi, ripercorrendo la storia di San Francesco, San Pietro e Santa Chiara. Come loro, infatti, ci siamo messi in gioco nel servizio, praticando la Bontà. Attraverso delle attività molto particolari, ci siamo messi in aiuto di persone che incontravamo per la strada e abbiamo provato la povertà, umiliandoci e lasciandoci servire da loro. Questa è stata senza dubbio la parte più difficile. Abbiamo riscoperto che dare può essere relativamente semplice, ma sta nel ricevere la vera sfida.

Per raccontare questo campo potremo usare delle parole chiave come:

INCONTRO. Incontro con l’altro, incontro con Dio. In questi giorni abbiamo ascoltato delle testimonianze forti, di chi ha scelto di donare tutta la sua vita al Signore e alla propria comunità.

AMORE. Abbiamo “incontrato” storie d’amore. Un amore che è coraggio di mettersi a nudo, di “spogliarsi” per entrare in relazione profonda. Abbiamo imparato che è questa la base di un servizio vero, un servizio con l’altro e non per l’altro, un servizio che nasce da un desiderio di amore. L’amore di Dio, che è gratuito.

SERVIZIO. Servizio che nasce da questa “fame di amore”. È un concetto che non è sicuramente nuovo per chi è in AC da anni, ma ora, più che mai, possiamo dire di averlo provato e vissuto sulla nostra pelle. Questo campo, infatti, ci è servito soprattutto per riflettere sulla nostra scelta finale, sul nuovo cammino che intraprenderemo in comunità. C’è chi ha trovato risposte e chi si è fatto ancora più domande, ma è proprio questa la bellezza che caratterizza la ricerca del proprio posto nella Casa di Dio.

CONDIVISIONE. Questa è stata una delle cose più belle e significative. Abbiamo condiviso riflessioni personali e tante emozioni. Abbiamo “sentito” la felicità degli altri. Perché felicità non è solo quella che vivo io, felicità è assaporare indirettamente anche quella degli altri. In tutto questo campo siamo sempre stati noi stessi, aperti all’ascolto e trasportati dalla sincerità più autentica.

FIDUCIA e FEDE. Sono state essenziali per affrontare le difficoltà che abbiamo incontrato. Ci siamo fidati uno dell'altro e ci siamo lasciati guidare dalla voce dei nostri educatori. Una delle attività serali consisteva proprio nel lasciarci sollevare a vicenda, letteralmente. Questo è stato possibile solo con la forza di ciascuno di noi, con la consapevolezza che nelle nostre mani c’era il “tocco” di Dio. Ci siamo chiesti tante volte…cosa ci spinge a seguire Gesù, ad ascoltare la sua voce, a seguire la strada che lui ha tracciato per noi? Tante potrebbero essere le risposte, ma da questo campo torniamo con una grande consapevolezza: tutta la vita, la nostra vita, con le sue mille difficoltà, trova senso e valore nel perfetto progetto d’amore di Dio.

Domenica, in conclusione, siamo stati chiamati per nome, uno alla volta, per rispondere alla nostra CHIAMATA, rendendo ufficiale il nostro servizio in comunità. La cosa più bella? Eravamo affiancati da chi non ha mai smesso di credere in noi, i nostri angeli custodi, gli educatori migliori del mondo. A loro va il grazie più grande. Grazie per aver camminato sempre al nostro fianco. È stato un viaggio bellissimo, che non poteva concludersi meglio di così, in serenità, amicizia e nell’amore di un Dio che non ci lascia mai soli. Sempre a braccia aperte!

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