La fantastica Casa Alpina Mons. Paulini apre le porte ad un Weekend SPECIALE! I giorni 6, 7 e 8 ottobre si è tenuto il weekend educatori all'insegna del con-tatto.
In questo fine settimana abbiamo riconosciuto come, nella nostra vita, le situazioni e esperienze che viviamo e le relazioni che intessiamo possano toccarci profondamente, così da riscoprirci, anche nei momenti difficili, capaci di tocchi di “cura” verso noi stessi e gli altri.

Così una trentina di giovani provenienti da diverse parrocchie, sono approdati venerdì 6 ottobre a Cimolais pronti per un weekend diverso, pieno di possibilità, spensieratezza e di compagnia.
Oltre al grande divertimento e alle risate non sono mancati i momenti di riflessione, ottimi per la crescita spirituale e personale.
La serata di venerdì è cominciata con una fantastica cena tutti insieme ed è proseguita tra semplici giochi e lunghissime chiacchierate, per poi terminare comunicando il tema del weekend: il CONTATTO

La mattina seguente, dopo un'ottima colazione ci siamo dati alla riflessione sulla nostra vita, sul nostro "caos" e sul lasciarsi toccare/toccare.
Abbiamo visto come "toccare" indichi una sorta di intimità, un metterci la faccia e compromettersi l'un l'altro e di riflesso, lasciarsi toccare significa accettare una relazione e di condividere se stessi.

Quindi quel "chi mi ha toccato?" che abbiamo trovato nel vangelo "guida" del weekend, non è solo la domanda di Gesù, ma anche la nostra: "Chi è Gesù che ha toccato la mia vita? Lo conosco, ci comunico, resto con lui per capirlo sempre più?"
Il pomeriggio di sabato sono state due le attività principali:
In una, abbiamo avuto il piacere di ascoltare e di riflettere sulla canzone "L'uomo non è fatto per stare solo" di Giorgio Gaber, in cui si evidenzia il fatto che l'uomo abbia un bisogno innato di aggregazione e di contatto con le altre persone.
Nell'altra attività invece, ci siamo ritrovati con le mani in pasta per preparare gli GNOCCHI e per organizzare, a gruppi, dei giochi da svolgere durante la cena.
Vien da sé che la cena è stata divertentissima e piena di colpi di scena.
La giornata si conclude con la distribuzione di foto fatte con la polaroid, per poter tenere un ricordo vivo di questa gradevole esperienza.

La domenica, dato che all'interno della casa non c'era personale, una volta svegli e colazionati, ci siamo dati da fare per le pulizie di chiusura della Casa Alpina tutti insieme, cantando e ballando.
Fare le cose insieme ha reso le pulizie un'attività molto divertente!

Questo è stato il mio primo weekend giovani, come per tanti, e devo ammettere che è stata un'esperienza fantastica per me come lo è stato per gli altri. Ecco alcuni pensieri su quello che è stato il weekend giovani di quest'anno:
"Due giorni di riconnessione con me stessa, di riflessione, di conoscenza più profonda degli altri, di serenità, di spensieratezza, circondata dalla pace della natura e da cuori puri." - Isabella
"Abbiamo avuto modo di vedere quanto sia bello far toccare il cuore e toccarlo a nostra volta, quanto fermarsi ad ascoltare l'altro sia la chiave per creare gruppo e legami solidi." - Giorgia
"Ho capito che il tocco dell’altro e il tocco di Dio ci sono sempre, è un tocco impercettibile, a volte ti sfiora solo il cuore, ma c’è. Bisogna semplicemente avere il coraggio di sentirlo" - Serena
“Ho conosciuto il valore del contatto con gli altri, anche attraverso nuove conoscenze, e con Gesù. Mi fa sempre piacere che l'AC dia queste opportunità di crescita” - Leonardo
“Sono stati due giorni pieni di emozioni, ho capito l'importanza del bisogno di stare con gli altri, avere un rapporto, condividere opinioni e stare bene insieme.” - Lorenzo
"Abbiamo passato dei bellissimi giorni e del tempo con tante belle persone, e non vediamo l'ora che arrivi quello dell'anno prossimo!" - Gabriel Zaza

“L’uomo non è fatto per stare solo - e il suo bisogno di contatto è naturale”; così cantava Gaber nel 1978 e Don Martino, da suo grande fan ci ha fatto ascoltare questa canzone-prosa per immergerci e interpretare al meglio il Vangelo dell’anno di Marco. Tocca era infatti lo slogan che ha accompagnato i giovani in questo ormai tradizionale weekend di inizio autunno.

“Chi ha toccato le mie vesti?” chiede Gesù nel brano biblico. È la stessa domanda che ci siamo posti anche noi giovani. Abbiamo svolto un’attività laboratoriale e abbiamo finto di immergerci nel caos quotidiano con i rumori di una città, muovendoci con gli occhi bendati tra la folla. Andando incontro all’altro ci siamo fermati e abbiamo riflettuto su quanto è caotica la nostra vita, quanto talvolta, è complessa; quante situazioni affrontiamo e con quante persone entriamo in relazione. Alcune esperienze e relazioni, più di altre, infatti ci interpellano: ci entusiasmano, ci fanno soffrire, ci emozionano, ci consentono di incontrare l’altro. Abbiamo fatto i conti con chi e cosa ci tocca nella quotidianità, chi e cosa noi tocchiamo e in che modo. Ci sono tanti modi di toccare: una tenera carezza, uno sfioro con un estraneo, un abbraccio, una stretta o una pacca sulla spalla. Il tatto comunica un’ampia varietà di emozioni.

Abbiamo capito che stare insieme è complicato, ognuno cerca qualcosa di diverso nell’altro: c’è chi ama essere toccato e chi invece preferisce non ricevere contatto fisico, chi predilige gli abbracci e chi invece crea contatto con lo sguardo.

Anche questo weekend è stato unico, emozionante e, per rimanere in tema, toccante. Ogni persona con cui siamo entrati in contatto in questi pochi giorni ha lasciato una traccia e ci ha dato un’occasione di crescita. - Eleonora Paron

 

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