Domenica 31 maggio 2015 si è svolta a Fossalta di Portogruaro, a conclusione del mese degli incontri, la festa diocesana dell’Azione Cattolica che ha visto coinvolti i ragazzi dell’ACR e gli Adulti.

La giornata si è aperta alle ore 9.00 con la S. Messa celebrata assieme al nostro vescovo mons. Giuseppe Pellegrini che durante l’omelia ci ha spiegato il significato della Solennità della Santissima Trinità, ovvero una festa dove la Chiesa ci presenta l’ “immagine” di Dio, il quale non è un Dio “solo” ma è una “trinità”: un Dio di comunione, di relazione e che entra in dialogo con l’uomo … il collegamento quindi della festa liturgica con lo slogan della festa diocesana: “Chi ama Chiama” è stato immediato!

Durante la mattinata la festa si è sviluppata in due sotto feste per i ragazzi e per gli adulti.

I ragazzi hanno vissuto una splendida avventura, dove uno Scienziato, per scoprire come costruire l'elisir dell'amicizia, ha chiesto aiuto ai propri apprendisti, i quali si sono rivolti ai bambini e ragazzi di Azione Cattolica allargando la richiesta di aiuto dello Scienziato a tutti.

I circa 300 ragazzi assieme ai loro educatori, hanno giocato suddivisi in squadre in diversi stand, nei quali si sono sfidati energicamente per conquistare tutti i legami necessari per poter costruire la molecola dell'elisir.

 Gli adulti di AC e i genitori dei ragazzi dell’ACR invece hanno partecipato ad un convegno dove sono state sviluppate le “OPERE DI MISERICORDIA” e la loro concretizzazione nella vita quotidiana.

È intervenuta la prof.ssa Maria Giovanna Ruggeri presidente dell’ UMOFC (Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche) che ci ha raccontato della nascita dell’organizzazione a cura di un gruppo di donne cattoliche europee le quali hanno capito l’importanza della relazione, della creazioni di “reti”, arrivando fino ai “limiti del mondo” (attualmente sono coinvolti almeno 100 diversi paesi).

In territori, come il Medioriente, dove il dialogo è difficile, i cristiani comunque aumentano anche se noi non li vediamo perché sono nascosti, costretti a vivere nell’ombra la loro fede; per loro siamo chiamati a pregare incessantemente. La forza di questi cristiani perseguitati impone a noi che non viviamo questa discriminazione ad interrogarci sui nostri talenti e su come li utilizziamo. Dire “non posso”, “non mi interessa”, “ho molti impegni non ho tempo” è pericoloso! Ascoltare la testimonianza di chi, tra le lacrime, ha dovuto tenere nascosta la propria fede ci impone una domanda forte: tu che fai? Che uso facciamo della nostra libertà? Riposare nel Signore non è dormire!

“Perdere” tempo con Cristo, lasciarsi affascinare da Lui e, riscoprendo lo spirito contemplativo, diventare missionari per gli altri. Troppo spesso ci comportiamo come dei Caino e alla chiamata rispondiamo “non sono il custode di mio fratello…”. Troppo spesso non abbiamo tempo per gli altri e spendiamo il nostro tempo in cose che non costruiscono. Dobbiamo combattere la globalizzazione dell’indifferenza per affermare la globalizzazione della solidarietà.

Papa Francesco ci ricorda che la Chiesa deve essere “in uscita”, “ospedale da campo che cura le ferite”, perché come profeticamente affermava Paolo VI nella Populorum Progressio, “Se non cambiamo impostazione economica, i ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri”.

L’invito è a costruire, educandosi al dialogo, riscoprire il peso della Dottrina Sociale della Chiesa, in particolare laddove ci aiuta a capire come è possibile lavorare in favore della pace.

L’augurio che ci lascia la relatrice è quello di sperimentare nel proprio percorso la misericordia e la tenerezza di Dio, aspetti dell’Amore che tanto stanno a cuore al nostro pontefice.

La festa è poi proseguita con un pranzo all’insegna della condivisione e della sobrietà, per poi inoltrarci nel pomeriggio dove i ragazzi hanno sperimentato quanto sia necessario legare assieme tutto quello che hanno conquistato al mattino, scoprendo che solo tramite la condivisione e l’amicizia vera, quella che viene dall’esempio di Gesù che per primo ci insegna ad amare, l'elisir dell’amicizia si sarebbe potuto realizzare!

Gli adulti invece hanno realizzato due tipi di laboratori: in alcuni laboratori sono stati sviluppati i significati di alcune opere di misericordia, in altri, assieme ad alcuni genitori, hanno realizzato delle attività in cui genitori e i bambini hanno avuto modo di confrontarsi, condividere e divertirsi tutti assieme.

Ma una festa non è tale se non è proiettata all’esterno, se non cerca di coinvolgere altre persone… e allora anche quest’anno una parte del ricavato della festa è andata a sostegno di una iniziativa di solidarietà promossa dall’associazione Abitamondo che sta sviluppando un progetto a favore di donne in situazione di disagio (richiedenti asilo o vittime di tratta).

A conclusione di questa splendida giornata, ragazzi, genitori e adulti hanno scoperto la necessità di condividere la gioia, perché solo CHI AMA... CHIAMA!!! E noi, che per primi siamo amati da Dio, siamo chiamati ad amare e a chiamare molti altri per condividere la gioia di essere amici!

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