Cara Azione Cattolica diocesana,

ricorro allo strumento un po’ desueto della lettera aperta, l’unico che mi può permettere di esprimere pienamente tutta la gratitudine per una straordinaria festa di compleanno che ho avuto il piacere e l’onore di ospitare lo scorso 27 maggio. Un incontro straordinario di quelli che per certo lasciano il segno e a lungo resterà scolpito nella mia memoria.

Già il primo sole del mattino preannunciava una calda giornata richiamando al lavoro i membri delle equipe che, dopo mesi di programmazione, non vedevano l’ora di dare concretezza a quanto avevano con passione desiderato e progettato per accogliere le oltre 600 persone attese. Il più dei Pordenonesi ancora stava dormendo quando cominciava la festosa e colorata invasione delle strade: passi scalpitanti dei bambini, vociare entusiasta dei giovani e chiacchiere cariche di trepidazione degli adulti. Tutti con il desiderio di fare festa, conoscere nuove persone, riscoprire le radici e riscoprirsi parte di una storia da continuare nel tempo senza timori, ma orgogliosamente visibili e riconoscibili nella bellezza di fare comunione delle tante meravigliose unicità.
Hai suscitato da subito lo stupore dei Pordenonesi che nel frattempo cominciavano a scendere in strada. “Che bello vedere l’allegria dei bambini”. “Un’iniezione di vita per la città”. “I ragazzi e i giovani hanno bisogno di incontrarsi, fate bene”. “Ci vuole un’associazione che insegni i valori ai ragazzi affinché si impegnino in qualcosa di positivo per il bene di tutti”. “Non saprei bene che cos’è l’Azione Cattolica, ma sicuramente è qualcosa di buono”.

È stato curioso vedere gli adulti raccogliersi all’istituto Vendramini e trascorrere la mattinata sui banchi di scuola di quelli che potrebbero essere i loro figli o addirittura nipoti. Divisi in piccoli gruppi: uno per ciascun decennio di storia associativa, da riscoprire, condividere, raccontare. Commovente ascoltare la testimonianza di un’appartenenza associativa trasmessa da genitori e nonni ai tempi di aspiranti e beniamine, di un’accoglienza ricevuta in una nuova parrocchia dopo il matrimonio o del contagioso coinvolgimenti avvenuto per mezzo dei compagni di classe alle scuole elementari e medie. Tutte queste piccole grandi storie del nostro territorio si sono intrecciate con le vicende di quanti hanno contribuito alla crescita dell’AC nazionale e sono alla fine confluite con frizzante creatività in meravigliose opere d’arte, simbolo di ciascun decennio.
È stato entusiasmante vedere tantissimi giovani e giovanissimi animare largo San Giorgio, piazzetta Calderari, il parco Flu e il giardino Centro Studi. Mettere in gioco tutte le loro qualità testimoniando con grande energia come l’AC, la loro AC, possa essere il luogo in cui le passioni di ciascuno prendono forma e crescono, diventando così arricchimento anche per gli altri.
Straordinario l’incontro tra i ragazzi dell’ACR e alcuni personaggi scolpiti nella storia dell’AC: dai fondatori Giovanni Acquaderni e Mario Fani, fino ai recenti presidenti Paola Bignardi e Matteo Truffelli, passando per Armida Barelli, Alberto Marvelli, Luigi Gedda e Vittorio Bachelet. In piazzetta del Portello, al parco Querini, al parco del Tribunale e al parco IV Novembre i ragazzi, mediante il gioco, hanno mostrato a questi grandi personaggi (interpretati da alcuni brillanti educatori) il bello dell'AC facendo conoscere loro cosa significhi oggi essere un aderente dell’Azione Cattolica.

A seguire, cuore pulsante della giornata è sicuramente stato la celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Vescovo Giuseppe nella verde cattedrale del parco Galvani. Presenti i tre assistenti diocesani e diversi assistenti parrocchiali. Ho ascoltato con commozione la lettura del messaggio inviato da un sacerdote impossibilitato ad essere presente per problemi di salute: “Saluto tutti e ringrazio l'AC per quanto ha fatto, ha dato e ancora continua a dare alla nostra diocesi. Ho grossi debiti di riconoscenza verso gli aderenti con cui ho lavorato. Porto nel cuore tutti coloro che incontrato e mi hanno dato testimonianza di dono, generosità e servizio eccellenti alla Chiesa. Ciao, buona festa”. Ho colto un’affettuosa paternità nell’omelia del Vescovo: vigoroso l’invito ad essere missionari sempre a servizio della Chiesa come tessitori di unità e testimoni dell’amore di Dio nel mondo. Consolante l’incoraggiamento ad essere viandanti della fede pronti ad incontrare, accogliere, ascoltare e abbracciare tutti.

Al termine della celebrazione il saluto di Andrea Cabibbo a nome della mia amministrazione comunale. Sincere la stima e la riconoscenza che ha manifestato per un’associazione di laici capaci di stare bene insieme e lavorare insieme…per il bene di tutti! Per la prima volta ho ascoltato la voce della vostra presidente diocesana, Paola Colussi. Ha parlato di gratitudine, fedeltà e passione, ma sono rimasta colpita soprattutto dal riferimento alla comunità: “l’AC è una piccola comunità, una famiglia che vive il dialogo fra le generazioni. Una casa con le porte aperte verso l’esterno e verso l’interno disponibile ad accogliere e andare verso gli altri, a creare comunione, fraternità e tessere legami tra persone diverse. Ci alleniamo così a vivere con questo stile la nostra vita personale e in famiglia, di cittadini e di cristiani. “
Non posso che definire gustoso il pomeriggio durante il quale quattro cuoche d’eccezione hanno invitato tutti i presenti a ricercare e recuperare gli ingredienti alla base della ricetta di una storia tanto saporita! Collaborazione, gratitudine, condivisione, valori, missionarietà, coraggio, costanza, umiltà, pazienza, mettersi in gioco, gioia, determinazione, intraprendenza, creatività, unione, sogni, passione, sacrificio, fede sono gli ingredienti di prima qualità che tanti hanno offerto lungo 150 anni di vita associativa.

E dunque ancora buon compleanno cara Azione Cattolica! Animati da una storia tanto ricca e sempre rinnovati dallo Spirito Consolatore possano i tuoi aderenti riconoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la loro vita. Possano quindi continuare a spendersi con instancabile gratuità per il bene della nostra terra e la salvezza della nostra gente.
Buon cammino sulle strade del quotidiano, verso la meta della santità!

 

Con stima e riconoscenza.
La città di Pordenone

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