C’erano una volta, in una casa alpina in quel di Cimolais, delle educatrici e degli educatori che stavano per affrontare una nuova avventura, il BASE 2.
Appena arrivate siamo state catapultate in un mondo fantasy, dominato da un mezz’orco, un'elfa, una mezzelfa, una nana, un’umana, un dragonide, una gnoma e un Halfling che ci hanno accompagnato durante tutta la settimana dal 14 al 20 agosto.
Ognuno di loro rappresentava un diverso tipo di educatore e proprio per questo siamo state chiamate a riconoscerci in uno di loro per iniziare a tutti gli effetti questa nuova avventura.
Da quel momento in poi abbiamo iniziato a costruire il nostro personaggio attribuendogli delle caratteristiche che riconosciamo in noi stesse e nel nostro essere educatrici, abbiamo riscoperto i nostri tratti caratteristici, gli ideali, i difetti ma anche le nostre armi e la nostra armatura che sono indispensabili per affrontare l’anno educativo.
Ogni personaggio che si rispetti ha una propria storia e una propria discendenza. Accompagnate da Alex Coden e da Oscar Damiani abbiamo potuto conoscere meglio la storia dell’AC e dei personaggi che ne hanno segnato il corso, arrivando fino ai giorni nostri conoscendo dunque le principali figure all’interno della nostra diocesi.
Durante questa settimana, dominata dalle riflessioni, abbiamo potuto ripensare alle nostre prime esperienze da educatrici e a ciò che ci ha spinto a diventarlo e ad esserlo ancora oggi, lasciando spazio anche a qualche pensiero sul futuro e sulle nuove avventure da affrontare.
Un’ esperienza che sicuramente è stata per noi motivo di grande riflessione personale è avvenuta nel giorno della camminata, quando abbiamo aperto i nostri cuori parlando del nostro essere cristiani la mattina, sperimentandolo poi in modo più individuale nel pomeriggio quando abbiamo affrontato un momento di deserto sparsi per le vie del centro di Erto vecchia.
Per non farci mancare nulla, la sera della camminata abbiamo affrontato un altro momento importante, la veglia. A coppie, durante la notte, ci siamo alternati per trascorrere un’ora di preghiera e dialogo con Dio accompagnati alla fine da una buona camomilla calda o da qualche fetta di pane e salame davanti ad una bellissima alba per le più coraggiose.
Essendo un campo di formazione ovviamente non è mancato l’aspetto teorico, ovvero tutto ciò che c’è dietro all’attività settimanale e a tutti i rapporti che stringiamo facendo parte di un gruppo educatori e di una comunità.
Abbiamo analizzato i bisogni e le caratteristiche di ogni fascia d’età, come programmare al meglio le attività approfondendo temi come l’ambientazione, e quindi il contesto dietro ad ogni incontro ma anche come comunicare al meglio con i ragazzi, con le loro famiglie e con l’equipe.
Ovviamente non sono mancati i momenti di svago e di divertimento tipici di un campo tra educatori come le dediche cantate a don Martino e al nostro capo campo JMJ (per voi lettori, Jovani Magnifico Justi), gli scherzi delle inservienti, la partite a schiaccia 7, le canzoni di Biagio Antonacci e le serate di giochi dove ci siamo sperimentati minatori, esploratori, cortigiani e locandieri.
La nostra avventura è stata sicuramente arricchente sia dal punto di vista personale che spirituale. A malincuore torniamo a casa, ma siamo pronte ad affrontare questo nuovo anno associativo con energia e positività, pronte a farvi divertire e a crescere con voi.
Chiara e Giulia