Convegno Presidenze diocesane di Azione Cattolica, 29 aprile-1 maggio 2016.
Si è concluso da qualche giorno il Convegno Nazionale delle Presidenze diocesane di Azione Cattolica, incontro che ha raccolto a Roma 650 delegati provenienti dalle diocesi d'Italia.
“Il tutto abbraccia la parte. L'Azione Cattolica nel cammino della Chiesa”: questo lo slogan che ha accompagnato tre giorni ricchi di appuntamenti che, nello stile dell'ultimo Convegno Ecclesiale di Firenze, si sono svolti in mini convegni tematici. Gli ambiti proposti sono stati dedicati alla scuola, al lavoro, al dialogo intergenerazionale, al dialogo interculturale e all'ambito socio-politico; temi che inevitabilmente richiamano alla memoria quella Chiesa in uscita che papa Francesco ci invita a testimoniare.
È legittimo chiedersi come l'Azione Cattolica nazionale e della nostra diocesi di Concordia-Pordenone possano rispondere a questa chiamata. Necessari sono l'ascolto e la condivisione che - riprendendo le parole del papa – rappresentano i primi passi per compiere un cammino di Chiesa che si possa definire sinodale.
Quale parte, di quale tutto? Siamo parte del popolo di Dio e per esserlo è necessario camminare con tutti e per tutti. Siamo un'associazione di laici credenti - non dei solisti - parte di un'unica grande famiglia, quella dell'Azione Cattolica nazionale. Come parte possiamo contribuire a diffondere il Vangelo senza dimenticare di abitare il nostro tempo e di avere uno sguardo al nostro territorio.
Papa Francesco ci sollecita a coltivare la “mistica di vivere insieme”: imparare a “mescolarci, incontrarci, prenderci in braccio, appoggiarci, partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio”.
Per mettere in pratica questa sollecitazione è necessario stringere alleanze come ci ricorda il presidente nazionale, Matteo Truffelli: l'AC ha il compito di far “lievitare la Chiesa” non solo mettendo in sintonia i cuori e i passi di chi già cammina al nostro fianco ma “occorre avere il coraggio di rivolgersi al vicino di casa, ad un'altra famiglia, alle tante famiglie del mondo.”
La direzione da intraprendere è quella che porta alla realizzazione della Chiesa dell'Evangelii gaudium: facciamo si che nelle nostre relazioni le persone possano sentirsi accolte e che ogni associazione parrocchiale e diocesana possa immaginarsi come un pezzettino di lego: bello, colorato, diverso per dimensione e per utilità ma capace di “incastrarsi” con l'altro perché è insieme che diamo forma ad una grande casa accogliente: la Chiesa.