L’assemblea elettiva diocesana dell’Azione Cattolica, non è solo un appuntamento per eleggere i futuri responsabili dell’associazione, ma è soprattutto un “tempo” associativo che inizia mesi prima con il cammino di verifica, confronto che si fa in consiglio diocesano e a livello parrocchiale, con le elezioni che si svolgono nella varie associazioni parrocchiali e con la ricerca dei candidati per il consiglio diocesano.
E’ un tempo “favorevole” anche se i tempi che viviamo non sono facili, anche se a qualcuno viene da ricordare il tempo in cui si era in tanti: ma questo è il tempo che il Signore ci dà e in questo tempo siamo chiamati a interrogarci e a rispondere alle sfide che abbiamo avanti a noi.
La ricerca dei candidati è davvero un esercizio di scelta, ascolto, cura, attenzione nel cercare di “convincere” a mettersi a disposizione e di avere rappresentanti di più parrocchie possibili; è un allenarsi a cercare le parole per incoraggiare chi non si sente all'altezza o chi ha poca esperienza e non sa che contributo potrebbe dare, a rafforzare che il cammino in AC si costruisce insieme con il contributo di chi vive l’associazione da più anni e di chi può portare la freschezza della novità: in Ac non ci sono navigatori solitari e il cammino triennale lo si costruisce e lo si percorre insieme . In questo percorso di preparazione abbiamo definito la bozza del documento che verrà discusso e approvato nell'assemblea elettiva individuando sei mete che vorremmo perseguire nei prossimi tre anni.
Eccole:
1)a servizio di ciò che è essenziale: la formazione. L’impegno per la formazione personale e di gruppo continua ad essere essenziale insieme all'esercizio del discernimento personale e comunitario; formativa è anche la stessa esperienza associativa: l’aderire e il sentirsi parte di un’associazione, l’assumersi delle responsabilità, lo svolgere un servizio all'interno e all'esterno dell’associazione.
2) a servizio dell’unitarietà e dell'intergenerazionalità. La cura e il supporto ai presidenti parrocchiali e ai consigli parrocchiali è fondamentale per sostenere e far crescere le associazioni stesse. In un tempo in cui sembrano prevalere divisioni, personalismi, la nostra associazione è chiamata ad essere ancor più testimone di unitarietà e di rapporto tra le generazioni nell'ascolto reciproco, nel dialogo e nella fraternità.
3) dedicati alla propria Chiesa. Il progetto formativo ci ricorda che il carisma dell'AC è quello di laici dedicati alla missione della Chiesa nella sua globalità. La pastorale è la missione di ciascun aderente, è l’esercizio creativo della vocazione battesimale. Sarà importante, quindi, essere presenti negli organismi diocesani, parrocchiali e di unità pastorale; la collaborazione con gli assistenti per promuovere secondo lo stile associativo la fraternità, la corresponsabilità, il discernimento comunitario ed intensificare il dialogo con i servizi diocesani e gli operatoti di pastorale presenti nelle parrocchie.
4) cura delle relazioni. Le domanda che non dovremo mai stancare di farci è “che cosa ci chiede la vita della gente”-come possiamo rendere più concreto l’impegno dell'Ac ad “incontrare tutti, accogliere tutti, ascoltare tutti, abbracciare tutti”. Avere cura significa incontrare, ascoltare le persone, accogliere i loro interessi, aspirazioni, le loro ferite, rallegrarsi per il loro bene e condividere i loro dolori, ricoprendo in questo il significato della parola amicizia. Significa anche avvicinarsi con sollecitudine a quelle persone che vivono sulla “soglia” , che portano delle ferite o che stanno vivendo snodi importanti per la loro vita e che attendono un gesto semplice ed efficace di accoglienza.
5) tutto ciò che è umano ci riguarda-costruttori di alleanze. Ci sentiamo chiamati a farci trovare lì dove le persone abitano, lavorano, studiano, giocano, si appassionano e soffrono mettendoci a servizio delle realtà e del territorio in cui siamo radicati. Occorre stare dentro i luoghi della vita con il desiderio di costruire per il bene di tutti, individuando insieme ad altri le “cose da fare” sforzandoci di mantenere un passo comune senza rinunciare alla nostra identità e a uno stile di testimonianza riconoscibile, visibile e credibile.
6) buone idee per azioni feconde. le domande che le trasformazioni in corso e le problematiche attuali ci pongono richiedono d parte nostra studio, riflessione, confronto, preghiera, discernimento, presa di posizione: riteniamo fondamentale esercitare il senso critico, rendendolo sempre più stile dell’agire educativo dell’associazione ad ogni età e secondo le proprie capacità. Teoria e prassi-contemplazione e azione sono in rapporto circolare: l’azione interpella l’ideazione a svilupparsi, aggiornarsi, arricchirsi; l’ideazione orienta l’azione dandole basi solide e slancio nel futuro. In questo percorso riteniamo importante proseguire e intensificare il sostegno e l’accompagnamento dei soci impegnati in ambito politico, amministrativo grati per il servizio che svolgono e raccogliere da loro stimoli, indicazioni per promuovere anche la formazione al bene comune e al senso critico.
All'assemblea avremo il piacere di ospitare il presidente nazionale dell’Azione Cattolica, prof. Matteo Truffelli di cui è appena uscito un saggio dal titolo : “Una nuova frontiera. Sentieri per una chiesa in uscita” a cura dell’editrice AVE, che dal suo punto di vista privilegiato-in questi mesi sta percorrendo l’Italia!- ci racconterà come sta l’Azione Cattolica e le sfide che è chiamata ad affrontare nel prossimo triennio.
Ringraziamo i delegati parrocchiali e diocesani che parteciperanno all'evento come rappresentanti dell'associazione.
Candidati consiglio diocesano 2020-2023