Dopo un ricco e intenso tempo di estete eccezionale, l’Azione Cattolica diocesana è ai blocchi di partenza pronta a ripartire per il prossimo anno associativo. Lo start è stato dato dalla presidente Paola Colussi domenica 18 settembre: presidenti parrocchiali, responsabili parrocchiali, consiglieri parrocchiali e diocesani sono stati invitati a partecipare all’assemblea diocesana presso l’oratorio di Prata di Pordenone.
L’assemblea era strutturata in due momenti: il primo, mattutino, è stato dedicato alla riflessione e alla condivisione di alcuni spunti e si è concluso con la santa Messa; il secondo, pomeridiano, ha visto i partecipanti protagonisti attivi attraverso lavori di gruppo divisi tra presidenti parrocchiali, responsabili del settore adulti, giovani ed educatori acr. Inoltre, al termine della celebrazione eucaristica presieduta da don Davide Brusadin, sono stati presentati i nuovi assistenti, don Martino della Bianca per l’ACR, don Alberto Della Bianca vice assistente giovani, don Stefano Vuaran per il Settore Adulti e lo stesso don Brusadin, confermato assistente Settore Giovani e sostituto come assistente unitario di don Fabio Magro, che è stato salutato con affetto e gratitudine proprio al termine della messa.
Su ispirazione dello slogan per l’anno associativo 2022/2023, Andate dunque, è stato proposto ai partecipanti un intervento sul tema «Lo stile dell’accompagnamento e del prendersi cura» sviluppato da Lara Gallina e Cristian Del Col della Comunità di Frattina, un’associazione pubblica di fedeli che si impegna a testimoniare la bellezza della vita cristiana e a vivere secondo l’esempio delle prime comunità. Carisma dell’associazione è proprio la cura personalis, che si concretizza nell’accoglienza delle persone e nel loro accompagnamento verso una crescita umana e spirituale; in conformità con tale carisma, Lara e Cristian hanno condotto un interessante intervento declinando il concetto di accompagnamento secondo tre aspetti, a partire da altrettanti brani del Vangelo. Cristian ha suggerito delle chiavi di lettura dei testi selezionati e Lara ha proposto delle suggestioni di carattere psicologico e antropologico. Il primo punto declinava l’accompagnare come volgere lo sguardo: durante il banchetto alle nozze di Cana Maria ha avuto uno sguardo contemplativo, è stata l’unica ad accorgersi della mancanza del vino e si è lasciata coinvolgere; in una società narcisistica come quella in cui viviamo guardare verso l’altro con gratuità e non ricercando una gratificazione personale risulta difficile, altrettanto difficile è avvicinarsi all’altro senza preconcetti e sospendendo il giudizio; Maria offre un esempio di questo stile di accompagnamento cui i cristiani possono guardare.
In secondo luogo, la cura e la vicinanza possono assumere la forma dell’ascolto, come Gesù fa nei riguardi del giovane ricco: Egli è in viaggio verso Gerusalemme, ha una meta, eppure si ferma, cambia il suo progetto; colui che si pone come accompagnatore può guardare all’esempio di Cristo che reagisce a ciò che non è programmato innanzitutto offrendo ascolto sincero e poi facendo una proposta e lasciando alla persona la propria libertà. Lara ha sottolineato che compito della figura che accompagna è aiutare nel discernimento e nel cammino verso la realizzazione di un desiderio o di un obiettivo preservando l’umiltà di accogliere le scelte dell’altro, qualsiasi esse siano. Il terzo e ultimo punto dell’intervento, che si focalizza sulla cura di sé e dell’altro, ha preso le mosse dal primo capitolo del vangelo di Marco: al mattino Gesù prega, ricava del tempo da dicare a sé e alla relazione con il Padre; ciò gli permette poi di guarire la suocera di Pietro prendendola per mano e mettendola in piedi e di allontanarsi quando al tramonto tutti i malati lo cercano per essere risanati; il passo del Vangelo pone in evidenza tre elementi salienti dello stile dell’accompagnatore: può accompagnare solo se prima è stato accompagnato, fa sentire anche con vigore la sua presenza e mantiene costante il suo discernimento che può condurre a dire di no. Inoltre, Lara ha evidenziato che per essere disponibili per l’altro occorre conoscere i propri bisogni fisici, emotivi e psicologici: Gesù non si è sacrificato per l’umanità, si è donato per essa e chi si pone quale accompagnatore per l’altro deve sentirsi amato e libero, ancorandosi a Dio e al suo amore.
A seguito dell’affresco proposto da Lara e Cristian è stato dato spazio alle domande e a un’apprezzata pausa che, come proprio dell’Azione Cattolica, è stata anche occasione di incontro e amichevole dialogo tra presidenti, responsabili e consiglieri presenti all’assemblea.
I numerosi spunti di riflessione proposti dai due testimoni hanno fatto eco alle parole di saluto del vescovo Mons. Giuseppe Pellegrini, che nei momenti iniziali dell’incontro ha sollecitato gli aderenti a portare nel nostro tempo difficile e teso la gioia dell’incontro con Gesù, forti della certezza che Lui sia in cammino accanto a ciascuno. Riferendo l’invito di papa Francesco a essere, in quanto cristiani, i primi attori del cambiamento, sua Eccellenza ha invitato anche l’Azione Cattolica a cambiare confrontandosi con il presente e a testimoniare un modo di essere (non solo fare) Chiesa fondato sui pilastri della comunione e della fraternità.
Andate dunque è un invito a fare discepoli, a far innamorare di Gesù con lo stile che Lui stesso ha insegnato e che Lara e Cristian hanno suggerito: guardando l’altro, ascoltandolo e avendone cura.
Anna Tissino