Quest'anno in Casa Alpina si è svolto un altro fantastico Campo Base 2 e anche se eravamo un piccolo gruppo ci siamo messi tutti in gioco. Durante l’intensa settimana trascorsa a Cimolais abbiamo continuato la nostra formazione da educatori intrapresa l'anno scorso.

Il tema che abbiamo affrontato è stato "Qual è la tua frequenza?". Tutti ci siamo messi in ascolto e abbiamo cercato di captare il segnale e di capire a che punto fossimo rispetto ogni ambito della nostra vita, da quello spirituale a quello del servizio o a quello associativo, facendo discernimento sul nostro futuro di giovani.

La frequenza che però ci ha accompagnato più di tutti è stata quella della radio, strumento fondamentale per trasformare il segnale in suono; questa tecnologia (ormai del passato) si trovava in un appartamento con quattro scapestrati personaggi (i nostri favolosi educatori) che ascoltano generi di musica uno diverso dall'altro (come Spice girls o Bob Marley) e che con l'allegria di situazioni improbabili ci hanno accompagnato in questa magnifica avventura.

È stata una settimana fondamentale durante la quale ci siamo fermati ad ascoltare noi stessi, a capire se fossimo ben sintonizzati o se avessimo dovuto orientare ancora l'antenna. Molti sono stati i moduli affrontati e innanzi tutto quelli legati direttamente alla nostra esperienza da educatori. A partire da quello che abbiamo sperimentato in quest'anno di servizio ci siamo concentrati su concetti come la responsabilità educativa, la comunicazione o la relazione nel gruppo educatori e tantissimi altri. In questa settimana ha poi trovato molto spazio la nostra associazione e abbiamo avuto la possibilità di conoscerne la storia e anche la sua struttura. Sono stati momenti significativi perché abbiamo potuto capire le basi di un'identità che ci contraddistingue: ossia giovani che scelgono di vivere un percorso di fede in un’associazione che quest'anno ha compiuto 150 anni e ha attraversato molti periodi storici rimanendo sempre fedele alle radici cattoliche. Infine, ma non meno importanti, ci sono stati forti momenti di spiritualità come il momento delle letture spirituali o la giornata di silenzio, in cui ci siamo immersi, per continuare il nostro lavoro sul discernimento personale riflettendo sulla parola attraverso i puntuali stimoli che il nostro assistente/tecnico della radio Don Luca ci forniva o i momenti di celebrazione e meditazione sulla parola che noi in prima persona, non più da educati ma da educatori novelli, ci siamo impegnati a creare per i nostri compagni di viaggio.

Come ogni campo di AC ci si porta a casa un bel ricordo, si capisce a fondo l'importanza della relazione con Dio, con se stessi e con gli altri. Il campo Base però ha un fascino diverso perché tutto ciò lo capisci non più grazie al fatto che ti venga testimoniato dai tuoi educatori, ma anche soffermandoci direttamente sulla nostra esperienza. Abbiamo potuto capire di essere in prima persona portatori della bellezza dell'essere cristiani. È un'esperienza di campo che si costruisce insieme e che prepara realmente ad affrontare la vita reale e il gruppo di ragazzi che ogni anno ci sono affidati dalle famiglie e dalle comunità presso cui prestiamo servizio educativo.

 

Marco Demo

Campista Base 2

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