Si è svolto dal 2 al 9 agosto nella Casa Alpina di Cimolais il campo dedicato alla scoperta della Bibbia. Ogni anno i partecipanti hanno modo di conoscere e meditare alcuni capitoli della Sacra Scrittura, e quest’anno è stata la volta del libro dell’Esodo.
Il titolo del campo “Una festa nel deserto”, riferito alla festa per celebrare la liberazione dalla schiavitù dopo l’attraversamento del Mar Rosso da parte del popolo di Israele, si presentava come un vero proprio invito nell’arsura della torrida estate di luglio. Un invito che non ho potuto rifiutare. Così ho intrapreso
l’avventura insieme alle mie tre bambine. Normalmente i campi per adulti prevedono l’animazione per i più piccoli, ma questa del campo biblico è speciale. I bambini, infatti, vivono un percorso parallelo a quello degli adulti studiato su misura per loro, con diversi momenti di condivisione, in particolare durante le celebrazioni e nell’animazione serale. Così anche i piccoli sono stati protagonisti, insieme ai grandi, del percorso della settimana.
Per gli adulti, il campo è strutturato in due parti: nella prima parte della settimana si approfondisce lo studio del testo della Sacra Scrittura attraverso relazioni competenti e proficui lavori di gruppo; invece, dal giovedì al sabato si ha la possibilità di entrare in dialogo profondo con lo stesso Testo e con il Signore attraverso il metodo della Lectio Divina.
Si tratta di un antico modo di cercare di intendere ciò che Dio vuole comunicare a ciascuno attraverso la sua Parola. Il nome, sarà per la forma latina, incute un certo timore, e può dare adito al sospetto che si tratti di qualcosa di anacronistico e sorpassato. Ciò che si sperimenta nella sua pratica è, invece, la scoperta che Dio, con la sua Parola, anche se scritta due o tremila anni fa, parla alla nostra vita, oggi, parla alla nostra umanità, spesso ci interroga, ci mette di fronte anche alle nostre piccole o grandi ansie e angosce quotidiane, ma non ci abbandona. Sbaraglia le nostre fragili sicurezze ma, se ci si affida alla sua guida, ci libera e ci salva.
Tutto questo, è inevitabile, richiede del tempo. Nella frenesia della quotidianità risulta difficile fare posto ad un simile forma di preghiera… Ecco allora che il riposo estivo diventa l’occasione per rallentare i ritmi e ricavare un po’ di spazio, quel tanto che serve per fare una intensa esperienza di riappropriazione di sé e di vicinanza con il Signore.
Con tutti coloro che hanno partecipato ringrazio chi ogni anno si premura di offrire l’opportunità di un tempo che diventa pure rigenerante, per gli adulti ma anche per i bambini e i ragazzi, e tanto più perché è vissuto in buona compagnia.
Michela Galvanin