Domenica 17 dicembre, ancora una volta ospitati al Santuario Madonna di Strada di Fanna è stato mosso il terzo passo nel cammino con le “Mani in Pasta”.
Molti a questo punto si chiederanno di che cosa si tratti … semplice … un percorso annuale in forma laboratoriale con ritmo mensile che vede coinvolti 18 partecipanti (di età compresa tra i 25 e i 35 anni) tra educatori e responsabili della nostra associazione, provenienti da tutta la diocesi nell’intento di rileggere, rimotivare e riqualificare il loro servizio investendo un tempo significativo per quella formazione continua che l’Azione Cattolica propone e desidera per tutti i suoi aderenti.
Nel dettaglio, obiettivo primario è quello di acquisire strumenti utili per conoscere e vivere l’umanità e la creaturalità di ciascuno, a servizio di una maggiore accoglienza di sé, di una fede più incarnata (attraverso letture trasversali della Scrittura, sguardi su alcuni personaggi, l’esempio e il modello di Gesù) e di relazioni più costruttive.
Essere umani, infatti, si nasce ma soprattutto si diventa attraverso esperienze che possono facilitare od ostacolare tale processo di crescita nel divenire adulti nella vita e nella fede. Un processo complesso quale la vita, richiede una continua “manutenzione”, mettere mano a ciò che si è, a partire dalle sfide che si incontrano. Per crescere abbiamo bisogno di mete e ideali verso cui tendere, di qualcuno che ci accompagni (persone, gruppi, associazioni, …) e soprattutto imparare a conoscere di che pasta siamo fatti, ovvero di cosa è fatta la nostra umanità, in vista di una maggiore integrazione con le mete che ci poniamo per sciogliere nodi, rilanciarsi e rimettersi in gioco con più desiderio e vitalità.
Tutto è motivato altresì dall’intento di rispondere all’appello che Papa Francesco ci ha rivolto per essere sempre più associazione missionaria con uno sguardo di vicinanza per contemplare, commuoversi e fermarsi davanti all’altro tutte le volte che sia necessario. Consapevoli che dobbiamo dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione, ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana. (cfr EG dal 169 al 173)
Ecco quindi nata questa proposta che l’AC diocesana ha potuto formulare beneficiando della preziosa disponibilità e delle competenze di don Dario Donei a cui è affidata la conduzione del cammino. Si tratta di una prima edizione e speriamo che nei prossimi anni associativi molti altri possano attingere a questa fonte di crescita, tenendo ben presente che ciascuno può accompagnare altri secondo la misura del proprio cammino personale.