#maniper, un’iniziativa che ci ha accompagnato all’8 dicembre, giornata dell’Adesione, e nasce dalla volontà di entrare nella quotidianità dei nostri aderenti e scoprire come le loro esperienze di vita trovino riflesso nell’essere parte dell’associazione.

#maniper ogni giorno ci ha regalato la testimonianza di ragazzi, giovani o adulti della nostra associazione che, attraverso azioni concrete, “fatte con mano”, hanno raccontato come la comunità sia fatta di persone che si mettono al servizio dell’altro evidenziando come insieme soltanto sia possibile trovare il modo per ricominciare.

 

 

    

𝗘𝘀𝘀𝗲𝗿𝗰𝗶 - 1 𝘥𝘪𝘤𝘦𝘮𝘣𝘳𝘦

"Ciao, mi chiamo Marta, ho vent’anni e sono una studentessa al secondo anno del corso di laurea in scienze motorie, vivo a Porcia e sono, da anni, tesserata AC.
L’estate scorsa, insieme al gruppo PEM (Preparazione Esperienza Missionaria), sono partita per la Tanzania.
Sono andata lì senza sapere bene a cosa andavamo incontro, un po’ perché l’Africa è pur sempre l’Africa, un po’ perché inizialmente la meta non era la Tanzania, ma il Mozambico. Sapevo che tipo di servizio avrei svolto là, ma della Tanzania sapevo poco o nulla…
Ero convinta di andare lì per fare qualcosa di concreto per l’altro con il desiderio di dare aiuto, infatti io e il gruppo abbiamo: dipinto di antiruggine banchi e sedie per la scuola, sistemato i letti dei dormitori e dipinto le pareti delle aule… mi sono però resa conto, che è più quello che ho ricevuto che quello che sono riuscita a dare.
Quello che cerco di condividere con il mondo che mi circonda è che esiste un modo molto più profondo di prendersi cura degli altri, che non è quello del fare, ma quello dell’ESSERE e dello STARE.
C’è una parola in swahili, “Karibu”, che significa benvenuto, che è stata messa in atto nei miei confronti dal primo istante: karibu è benvenuto, è prendersi cura, è seguirti con lo sguardo mentre sei sul tuo cammino per guardarti le spalle e accoglierti profondamente."

𝗠𝗮𝗿𝘁𝗮, 20 anni – Giovane di AC

     
   

𝗦𝘁𝘂𝗽𝗶𝗿𝗲 - 2 𝘥𝘪𝘤𝘦𝘮𝘣𝘳𝘦

"Sono un operaio metalmeccanico, vivo a San Stino di Livenza e sono un aderente AC. All'interno dell'associazione parrocchiale dò il mio contributo mettendo a disposizione le competenze acquisite in tanti anni di lavoro. Mi piace stare in mezzo ai giovani, mi relaziono con loro facendo appello alla parte di bambino che c'è in me per cui ai campi scuola e al grest invento, creo giochi anche elaborati, meccanismi, scenari, palchi con qualsiasi tipo di materiale. Mi piace vedere lo stupore e la gioia dei bimbi nel mettersi in gioco, con quello che ho creato assieme ad altri."

𝗟𝗶𝘃𝗶𝗼, 59 anni – Adulto di AC

     
   

𝗚𝗶𝗼𝗰𝗮𝗿𝗲 - 3 𝘥𝘪𝘤𝘦𝘮𝘣𝘳𝘦

"Siamo un gruppo di ragazzi e ragazze di 12/15 dell'ACR di Maniago.
Il nostro cammino in associazione non è di molti anni, ma partecipiamo con entusiasmo alle attività proposte perché l'Azione cattolica è come una seconda famiglia per noi dove troviamo lo spazio per stare insieme e divertisi. Insieme agli educatori e ai nostri amici è difficile rimanere fermi, l’AC è puro movimento!
Ci mettiamo sempre in gioco, anche con le nostre mani! Perché all’Azione Cattolica le nostre mani si sfidano nel gioco, si incontrano nell'amicizia e soprattutto si stringono in preghiera."

𝗚𝗶𝗮𝗰𝗼𝗺𝗼, 𝗙𝗲𝗱𝗲𝗿𝗶𝗰𝗼, 𝗔𝗱𝗮𝗺, 𝗙𝗲𝗱𝗲𝗿𝗶𝗰𝗮, 𝗗𝗮𝘃𝗶𝗱𝗲, 12-15 anni – ACR

     
   

𝗦𝗲𝗿𝘃𝗶𝗿𝗲 - 4 𝘥𝘪𝘤𝘦𝘮𝘣𝘳𝘦

"Sono al quarto anno di formazione nel nostro seminario diocesano, dove mi sto preparando per diventare prete. La mia giornata tipo è molto piena: tra studio, attività parrocchiali e vita di comunità sembrerebbe davvero difficile pensare che ci sia del tempo per stare con… le mani in mano! Nonostante questo, prima di mettere in moto le mani in mille attività, ho imparato e sto imparando che è importante prima di tutto congiungerle e offrirle al Signore. Non a caso nella liturgia i gesti delle mani hanno un significato molto importante! È stato anche grazie all’AC che ho iniziato a capire che come battezzato ogni mio gesto di cura e di servizio è chiamato a rispecchiare quelli di Cristo. Mantenere salda la connessione con lui, che è il Maestro, è indispensabile perché queste mani imparino a lavorare con lo stesso stile di dono gratuito, di gentilezza e di umile servizio.
Da educatore ho sperimentato più volte come al di là di tanti ragionamenti spesso ciò che è davvero incisivo con i ragazzi sono i dettagli più piccoli e concreti: il linguaggio del corpo, un gesto di gentilezza, un “cinque” dato con entusiasmo possono dire più di mille parole. Questo nuovo anno associativo si apre con la sfida di giocarmi al meglio in una realtà dove sono appena arrivato, ma sono convinto che tenere ben strette le mani a quelle dei miei compagni di squadra dell’AC parrocchiale farà la differenza."

𝗥𝗶𝗰𝗰𝗮𝗿𝗱𝗼, 23 anni – Giovane di AC

     
   

𝗗𝗲𝗹𝗶𝘇𝗶𝗮𝗿𝗲 - 5 𝘥𝘪𝘤𝘦𝘮𝘣𝘳𝘦

”Abito a San Vito dove sono venuta a vivere tanti anni fa, quando ho sposato mio marito.
Sono in AC da sempre, da quando le bambine non facevano parte dell’ACR ma si chiamavano beniamine e fare attività significava ascoltare le lezioni del sacerdote o della suora che ti insegnavano le cose importanti della vita e dopo ci si ritrovava per giocare in una casa o in un giardino del paese. In tutti questi anni mi è sempre piaciuto aderire all’Azione Cattolica per tutte le persone che si incontrano e per i legami di fraternità e amicizia che si intrecciano non solo nella parrocchia o nella diocesi, ma anche in tutta Italia. Quando ero giovane ho trascorso un periodo a Como, lì c’era l’Azione Cattolica e ho stretto amicizia con una signora con cui ancora oggi sono in contatto.
Sono la memoria storica dell’associazione nella mia parrocchia. Quello che ogni giorno faccio per l’Azione Cattolica è pregare, ogni giorno e per tutti, e andare a messa. Quando ci sono le sedute del consiglio parrocchiale o altri incontri preparo i miei famosi biscotti: anche così mi prendo cura degli amici aderenti."

𝗗𝗮𝗹𝗶𝗮, 89 anni – Adultissima di AC

     
   

𝗔𝗻𝗶𝗺𝗮𝗿𝗲 - 6 𝘥𝘪𝘤𝘦𝘮𝘣𝘳𝘦

"Frequento l’Azione Cattolica da quando ho sette anni e ora faccio parte del gruppo ACG nella parrocchia di Casarsa.
Da un po’ di tempo ho iniziato a portare una delle mie passioni, ossia la musica, all’interno di questo ambito, dando la mia disponibilità a suonare durante le celebrazioni. Quest’estate ho avuto la possibilità di portare la chitarra al campo scuola, così da poter accompagnare i canti nei vari momenti di preghiera, riflessione e tempo libero che ci sono stati.
Lo faccio con piacere, sia perché mi diverte, sia perché trovo sia bello poter dare il mio contributo nell’ animare la preghiera."

𝗧𝗼𝗺𝗺𝗮𝘀𝗼, 16 anni – Giovanissimo di AC

     
   

𝗣𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝘀𝗶 𝗰𝘂𝗿𝗮 - 7 𝘥𝘪𝘤𝘦𝘮𝘣𝘳𝘦

"Sono medico da due anni, in formazione per diventare medico di Medicina Generale. Oltre a questo corso di formazione lavoro in Continuità Assistenziale (guardia medica) e in USCA (i medici che visitano a domicilio i malati di Covid che necessitano di assistenza). Vivo a Fiume Veneto, ma la mia associazione di appartenenza rimane sempre Corva, dove sono cresciuto nell’AC e della quale sono attualmente presidente. In diocesi ho contribuito negli ultimi anni alla formazione del “primo soccorso” per i campi e l’assemblaggio delle cassette di primo intervento delle varie case. Qualche settimana fa ho aiutato a moderare l’incontro diocesano sul fine vita, la medicina richiama infatti molti temi etici e sono contento che la nostra associazione dia la possibilità di discuterne e approfondire. Nel mio lavoro l’AC mi ha aiutato molto nel prendermi cura della persona che ho davanti senza fermarmi ad un problema che spesso è superficiale e dietro nasconde tante altre cose."

𝗔𝗻𝗱𝗿𝗲𝗮, 28 anni – Giovane di AC

 

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