Nel contesto del mese degli incontri dell’Azione Cattolica, ha avuto luogo venerdì 21 maggio nell’aula magna del Seminario l’incontro con Ernesto Preziosi su Armida Barelli, grande figura di laica del secolo scorso beatificata nel 2022. Originale la formula dell’incontro in cui si sono alternati momenti di preghiera e canto con la presentazione in forma narrativa di due figure di donne dell’Antico Testamento, Rut e Tamar e la relazione di Ernesto Preziosi, che della beatificazione di Armida Barelli è stato vicepostulatore. Autore di numerosi testi che hanno approfondito con rigore storico vari aspetti della Barelli, Preziosi ha narrato al folto pubblico intervenuto - molti e attentissimi i giovani - questa figura di donna che ha saputo cercare la propria vocazione e che una volta trovata la strada si è impegnata nella fondazione di grandi opere, tra tutte basti ricordare la Gioventù Femminile di Azione Cattolica e l’Università Cattolica, che hanno inciso profondamente sulla Chiesa ma anche sulla società italiana.

Una figura, quella della Barelli, a cui la storiografia non ha reso la dovuta attenzione e che, proprio grazie alla beatificazione, viene oggi scoperta, grazie alle tante iniziative che sono state promosse nelle Chiese locali: tra queste anche la mostra ricavata dalla graphic novel pubblicata lo scorso anno, presente nell’aula magna del Seminario durante l’incontro e che sarà itinerante nella nostra diocesi durante il periodo estivo.

A margine dell’incontro abbiamo posto a Ernesto Preziosi alcune domande:

Che ruolo ha avuto Armida Barelli nella fondazione dell’Università Cattolica?
Può essere considerata a pieno titolo cofondatrice. Ha condiviso, fin dai primi passi, l’idea di Gemelli, ereditata da Giuseppe Toniolo, di realizzare un istituto di studi superiori per formare i cattolici e renderli protagonisti del Paese. Accanto al sostegno economico, ottenuto da lei attraverso l’Associazione Amici e la Giornata Universitaria, Armida assicurerà all’Università, anche con questi strumenti, una diffusione nazionale. Non sarà solo la cassiera ma colei che farà si che la Cattolica diventi davvero l’Ateneo dei cattolici italiani.

La storia dell’Università Cattolica si intreccia con quella della Gioventù Femminile di Azione Cattolica proprio grazie alla Barelli: come è riuscita a creare un movimento a favore dell’Ateneo?
La Gioventù femminile nasce già nel 1918 e l’anno seguente si diffonde in tutte le regioni. È una associazione di giovani donne che propone una formazione organica e realizza un efficace impianto organizzativo. Attraverso la GF la Barelli potrà sensibilizzare le chiese locali italiane alla nascita e alla vita dell’Università orientando anche tante giovani motivate verso l’Ateneo (dove fonderà un collegio femminile, il Marianum), per poi tornare nei territori d’origine e divenire l’anima dell’associazione e fattore di sviluppo culturale e popolare, rete terminale dell’Università.

Quali opere di Armida Barelli hanno anticipato il Concilio?
In primo luogo la Gioventù femminile, da lei vissuta non solo come un semplice fatto organizzativo ma una esigente risposta alla sua personale chiamata a vivere da cristiana nel mondo; ad essere, come le scriverà Gemelli “laica ma santa”. Estendendo questa dimensione vocazionale a migliaia di giovani donne ha anticipato di fatto la chiamata universale alla santità che il Concilio ha messo di fronte ad ogni credente. Vi sono poi tanti altri aspetti, come l’apostolato liturgico promosso attraverso l’Opera della Regalità, ma sono tutti riconducibili ad idee di fondo: favorire la maturazione del laicato per una più consapevole presenza nella Chiesa e nella società.

In che senso si può dire che Armida Barelli è una figura attuale?
La sua ricerca vocazionale, durata anni, è un primo richiamo a non saltare questo fondamentale passaggio, decisivo per la vita di ciascuno. Chiedere francescanamente al Signore: “cosa vuoi che faccia per la tua Chiesa?” apre strade inedite, originali in ogni tempo, sollecita la creatività, di ciascuno. Armida chiede alle giovani e ai giovani del nostro tempo di interrogarsi e di scegliere. Ha detto papa Francesco questo “è il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita”. La biografia di Armida Barelli ne è una eloquente testimonianza.

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