Venerdì 19 agosto 2016, Cimolais, Campo di formazione al servizio.
Sul far della sera eravamo in 4 sul sentiero di ritorno da una fugace uscita al belvedere che ci aveva permesso per pochi minuti di contemplare il celeberrimo Campanile di Val Cimoliana, così battezzato su ispirazione di un’evidente geometria. Per noi, in quel momento, non era così, non poteva che essere il dito della mano di Dio piantato ben saldamente sulle vie delle nostre vite, sicuro nell’invitarci ad alzare lo sguardo verso il cielo per cogliere la dimensione Alta e Altra nelle fatiche; per cercare giusto orientamento nelle scelte più o meno semplici di ogni giorno, ma fondamentali per l’intera esistenza; per trovare accoglienza, conforto e consolazione in Chi con sguardo materno sempre vigila sui nostri passi; per gustare la Bellezza di cui noi siamo immagine e tutto ciò che ci circonda è sapiente volontà.

Un’esperienza dicevamo fugace, ma per certo intensa che non poteva rimanere imprigionata in quel momento, in quel luogo e in quel ristretto gruppo.
Da qui l’idea: rientrare in pianura, ma continuare a camminare insieme durante l’intero anno associativo superando i confini delle rispettive parrocchie e coinvolgendo gli amici delle realtà vicine in uno sperimentale gruppo giovani zonale che ad oggi vede la variegata partecipazione di giovani provenienti da: Bannia, Barco – Pavisdomini, Corva, Fiume Veneto, Pordenone – Cristo Re, Tamai. Due gli incontri vissuti insieme: il 14 ottobre all’insegna dell’accoglienza e della sfida e l’11 novembre dedicato al tema dell’appartenenza.


Tre tavoli disposti a ferro di cavallo: ci guardavamo tutti negli occhi, tutti eravamo sullo stesso piano, tutti potevamo condividere le nostre opinioni con il resto del gruppo. Con questa scena è iniziato il primo incontro del gruppo giovani della zona XL: una dozzina di ragazzi tra i 16 e i 20 anni provenienti da varie parrocchie della diocesi, sette educatori e Gesù.
Il gruppo è nato per proporre un percorso alternativo soprattutto a quei giovani che non scelgono il servizio educativo, ma che hanno fame e sete di risposte ad alcuni interrogativi, hanno bisogno di sentirsi accolti e di confrontarsi con altre idee.
La condivisione è una delle caratteristiche più significative: ognuno di noi può esprimere i propri pensieri e i propri sentimenti in libertà. La forza dell’appartenenza, che si percepisce partecipando agli incontri, non ti fa sentire solo, ti pone davanti a coetanei che come te vivono la stessa fede, come te hanno voglia di mettersi in gioco, come te si sentono rivolgere ogni giorno questa domanda "Che cosa cercate?" (Gv. 1, 38)

Eleonora – Cristo Re


Una piccola ed intensa esperienza quella che facciamo agli incontri di formazione. Incontri a cui mi piace partecipare perché non danno risposte alle mie domande, ma insegnano ad aprire il cuore per cercarle. Non abbiamo fatto molti incontri, ma da subito si è capito che anche chi ci propone gli incontri si sente parte viva del gruppo. Questo perché tutti siamo importanti e siamo i protagonisti al centro della scena; si guarda alla personale esperienza nel servizio che svolgiamo, educativo e non, ma soprattutto alla nostra vita e si cerca di confrontarsi per conoscere gli altri che vogliono condividere con te un’ora al mese.
Emergono le paure, ma anche la convinzione e l’amore per ciò che si fa’ e questo mi dà la carica per continuare. Grazie a chi ha avuto questa idea un po’ diversa dal solito!

Erica - Tamai


L’incontro dell’11 novembre, riguardante il tema dell’appartenenza, è stato accolto in modo positivo. È stato utile perché ci ha dato diversi spunti di riflessione per quanto riguarda il nostro stare nella comunità e per farci un’idea sugli obiettivi che vorremmo raggiungere. L’argomento ci è stato proposto in modo molto originale a partire dall’ascolto de “La canzone dell’appartenenza” di Giorgio Gaber, molto bella e ricca di contenuti stimolanti. A seguire, l’essere chiamati in prima persona a metterci in gioco e prendere il nostro posto nella chiesa – edificio, simbolo della Chiesa – comunità, ci ha permesso di affrontare il tema in modo attivo.
Ciò che ci è rimasto ci arricchisce e ci lascia un ricordo positivo. È per questo che parteciperemo volentieri ai prossimi incontri.

Ane, Bert, Emily, Irene, Valentina – Bannia

Chi siamo? Siamo un gruppo di giovani di Bannia: abbiamo iniziato la nostra esperienza di animazione nel 2012 e l’anno seguente abbiamo organizzato il primo Grest nel nostro paese. Ora siamo cresciuti e, dopo un percorso di formazione e servizio di quattro anni, abbiamo deciso di cambiare aria, ponendoci nuovi obiettivi e lasciando al contempo spazio ai ragazzi più piccoli di noi.
Tante le idee di nuove proposte che vorremmo rivolgere a tutta la comunità con lo scopo di divertirci, stare assieme e creare nuove amicizie affinché il nostro oratorio diventi sempre più un punto di riferimento per bambini, adulti e giovani. Un primo assaggio è stato la castagnata in oratorio proposta lo scorso 13 novembre, rivelatasi un grande successo in termini di presenze ed intensità delle relazioni.

 

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