Una cinquantina di ragazzi, trenta giovani educatori, gli spazi del centro comunitario di Casarsa, un’equipe unita e tanta voglia di condividere e costruire qualcosa di nuovo insieme.
Questi gli ingredienti fondamentali per la riuscita della Festa della Pace della Zona Alta Pordenonese: già dallo slogan, Con-Fini di Pace, emerge l’intento di voler approfondire il concetto di limite e di valorizzarlo come spazio di incontro, piuttosto che come terreno di scontro. Il desiderio è quello di sostituire il finis, la linea di separazione, con un limes, una zona in cui interno ed esterno non sono definibili, facendo così prevalere la continuità e il contatto.
In questa prospettiva, è stata scelta la metafora del puzzle: attraverso un gioco tra le parrocchie, i ragazzi hanno potuto scoprire una nuova idea di pace. Talvolta non è possibile ottenere la pace nell’immediato qui ed ora, ma non per questo ci si deve scoraggiare, facendo prevalere i conflitti: la pace può sempre essere sognata e realizzata attraverso un percorso da fare insieme, mano nella mano, tessera dopo tessera, è possibile ricucire ferite, rinsaldare legami e costruire ponti duraturi.
Ecco, quindi, che domenica 26 gennaio, dopo la S. Messa celebrata dall’assistente ACR don Alex Didonè, ha avuto inizio la Festa della Pace con una scenetta che ha introdotto il leit motiv dei giochi della mattinata: l’oratorio era conteso da cinque avventori poco propensi a scendere a patti tra loro. Una prof di inglese col pallino del teatro in cerca di un palcoscenico, un cocciuto anziano a caccia dell’ambiente ideale per la tombolata di classe, una catechista decisa a trovare una sala riunioni per il proprio gruppo, un adolescente impertinente che reclamava una location per giochi spericolatissimi ed un’istruttrice di danza pronta a trasformare l’oratorio in un’arena per le sue coreografie, tutti decisi a non arretrare di un centimetro dalle proprie posizioni.
Sono dunque stati proprio i ragazzi a dover trovare il modo di mettere d’accordo i litiganti, non prima di aver provato tutte le attività proposte dagli stessi! Un accordo, quello che ha riportato la pace nelle sale dell’oratorio, che ha permesso ai ragazzi di porsi domande riguardo a quanto sia importante ascoltare l’altro e mettersi nei suoi panni, cercare un terreno comune dove poter dialogare, e imparare a condividere spazi e risorse a disposizione, per poter convivere meglio e con più fantasia. Strappando qualche risata ma facendoci riflettere su temi importanti e quanto mai attuali abbiamo passato una mattinata bella e diversa dal solito, all’insegna della Pace fraterna.