Non sono molti gli appuntamenti fissi dell’AC, ma dopo la festa del ciao e il giorno delle Adesioni non poteva mancare la festa della pace. Quest’anno è stata molto più speciale rispetto alle scorse edizioni, perché si è svolta nella nostra parrocchia, a San Vito Al Tagliamento (SVAT per gli amici). Abbiamo atteso con ansia tutti i nostri amici della Zona Alta il 26 gennaio, giorno della festa. Hanno festeggiato con noi ben sette parrocchie, oltre alla nostra. Eravamo più di un centinaio tra bambini, ragazzi ed educatori.
Ma basta dilungarsi ancora: entriamo nel dettaglio della giornata. Inizio alle ore nove e zero zero, con la messa, che oltre a dare il via alla festa ha anche anticipato il tema della giornata: infatti il 26 è stata la Domenica della Parola, ma non sveliamo ancora il tema!
Finita la messa siamo andati tutti assieme in oratorio. Non c’è festa senza qualcosa da mangiare e noi abbiamo fatto una colazione super, a base di brioche e succo. Buttate via le cartacce, i ragazzi hanno scoperto finalmente il tema della festa della pace. Come? MA con la scenetta ovviamente. Un diavoletto si è divertito a seminare il panico in città, consigliando delle #ParoleOstili ai cittadini, facendo scoppiare così dei grossi litigi. In soccorso è arrivato di corsa l’angioletto, che però da solo non sapeva che fare, quindi ha chiesto ai nostri bambini-angioletti di trovare delle #belleparole che potessero essere usate al posto di quelle ostili.
Avrete certamente capito qual era il tema: gli animali... no, sto scherzando, la COMUNICAZIONE.
Partendo dal Manifesto della comunicazione non ostile, i fantastici educatori hanno preparato sei giochi a stand (sì, lo sapevamo che i punti del manifesto sono dieci, ma non ne abbiamo escluso nessuno, li abbiamo solo accorpati). Quindi i nostri acierrini si sono divertiti per un’ora e mezza a colpi di parole e attività, accompagnati dalla musica e dai loro super educatori.
Ecco qui il decalogo della comunicazione non ostile:
- Virtuale è reale. La rete non è un gioco, è un posto diverso, ma è tutto vero. Anche in rete ci sono i buoni e i cattivi. Bisogna tare attenti!
- Si è ciò che si comunica. In rete bisogna essere gentili. Dietro le foto ci sono persone come noi: se dici cose cattive saranno tristi o penseranno che sei cattivo.
- Le parole danno forma al pensiero. Prima di parlare bisogna pensarci: puoi contare fino a 10, così riesci a trovare proprio le parole giuste per dire quello che vuoi.
- Prima di parlare bisogna ascoltare. Nessuno ha ragione tutte le volte. Imparare ad ascoltare è molto bello perché si capiscono i pensieri degli altri e si diventa amici.
- Le parole sono un ponte. Ci sono delle parole che fanno stare bene, come una coccola o un abbraccio. Abbracciarsi con le parole è bellissimo.
- Le parole hanno conseguenze. Le parole cattive graffiano e fanno male. Se tu fai male a qualcuno con le parole, poi non è più tuo amico. Tante parole belle significa avere tanti amici.
- Condividere è una responsabilità. La rete è come un bosco: è meglio farsi accompagnare da un grande e non dire mai a chi non conosci il tuo nome, quanti anni hai, dove abiti.
- Le idee si possono discutere, le persone si devono rispettare. Qualche volta non si va d’accordo: è normale, ma non è normale dire parole cattive a un amico se lui non la pensa come te.
- Gli insulti non sono argomenti. Gli altri diventano tristi e arrabbiati. Adesso sei grande e sai parlare: non hai più bisogno di urlare.
- Anche il silenzio comunica. Qualche volta è bello stare zitti e quando non sai cosa dire non dire niente! Troverai il momento per dire la cosa giusta.
Finiti i giochi, l’angioletto sapeva perfettamente che fare, consigliando le parole giuste ai nostri cittadini è riuscito a risolvere la situazione: non più litigi ma solo belle parole. Quindi noi tutti abbiamo imparato che si può comunicare qualsisia cosa utilizzando le parole giuste e il tono adeguato.
Sfortunatamente, per ora di pranzo tutto doveva finire, tutti dovevano tornare a casa, ricchi non solo di belle parole: infatti, per ringraziarsi della bella giornata passata assieme, a ogni parrocchia è stato regalato un pallone.
Matteo Manzini