Come avviene ormai da molti anni, gli adulti dell’Azione Cattolica delle diocesi di Udine, Concordia-Pordenone, Gorizia e Trieste si sono dati appuntamento per l'annuale convegno interdiocesano. Una novantina i presenti. Il tema scelto, «Ricostruire oggi: nella Chiesa, nella società, nel territorio», valorizza il quarantesimo anniversario del terremoto del Friuli e Gemona non poteva essere migliore destinazione per l'evento. La mattina, dopo i saluti del sindaco, che ha ricordato le nobili gesta della ricostruzione, e dopo il momento di preghiera presieduto dall'arcivescovo Andrea Bruno, è stato introdotto il tema della ricostruzione e della memoria con delle testimonianze video di Mauro Corona e Marco Paolini. E' seguita la riflessione guidata da Roberto Mancini, professore ordinario di filosofia teoretica all’Università degli studi di Macerata, che, da rigoroso ricercatore e appassionato credente, ha saputo attirare l'attenzione di tutti i presenti.
Partendo da un'analisi sul vissuto e usando il terremoto come metafora, il relatore ha posto in evidenza l'importanza di costruire relazioni significative nella Chiesa come nella società: non si può costruire sul potere e sull'egoismo, non è “antisismico”. La società oggi si identifica con il mercato e ciò che conta è il denaro, ma in realtà i veri beni, gli affetti, le persone, non si possono comprare o vendere. E la conversione diventa quindi ricominciare a stare insieme agli altri, uscire dall'illusione di salvarsi da soli: solo così si può ricostruire. I grandi poteri economici oggi classificano l'uomo come risorsa, esubero o scarto. La crisi economica di oggi è in realtà un processo di ristrutturazione mondiale tra potere economico e democrazia. Ricostruire è uscire dallo stato di iperadattamento e mettere in atto una trasformazione, cambiare l'elemento fondante del denaro in altro in cui riconoscersi e verso cui tendere, passare dalla competizione alla cooperazione, prendersi cura dell'uomo e della natura, anche se in questo capitalismo abbiamo diffidenza del bene e paura di perdere qualcosa. Anche l'atteggiamento dei credenti, a volte, tende alla separazione e non alla comunione, leggendo la presenza di Dio come “altrove” e non come presenza viva nella propria storia: ne emerge una grande esigenza educativa di cambiare forma di vita e di società, non tanto per i giovani quanto per gli adulti iperadattati. Il Vangelo deve diventare stimolo al cambiare vita, altrimenti resta un libro come tanti: ci deve essere una conversione dei cuori dei padri verso i figli. Il sentirci vivi ed innamorati ci farà diventare fonte di speranza per gli altri.
Il lungo applauso finale del pubblico ha dato merito alla profondità delle riflessioni ascoltate.
Dopo la S.Messa in Duomo celebrata dal nostro assistente don Ciprian e il pranzo in Parrocchia, ci si è recati al Duomo di Venzone, per una visita guidata a quanto ricostruito e alle opere d'arte in esso contenute. Di seguito ci si è spostati alla Mostra Tiere Motus. Una guida davvero preparata ci ha accompagnati in un'analisi tecnica, geografica, storica e politica degli eventi del terremoto; abbiamo terminato con un'ora di ritardo, ma siamo tornati a casa ricchi di un'indimenticabile quanto arricchente esperienza. E un sicuro arrivederci al prossimo anno!
Andrea, Franco e Donatella