Anche la presidenza diocesana di AC ha bisogno di formarsi e confrontarsi... l'occasione quest'anno si è avuta in occasione del Convegno Nazionale delle presidente che si è svolto dal 24 ale 26 aprile 2015 a Roma.... ecco cosa abbiamo condiviso:
Papa Francesco lo scorso anno ci ha regalato una splendida esortazione sinodale, l’Evangelium Gaudium, che ha bisogno di essere ri-letta con attenzione, approfondita e soprattutto vissuta. Quest’anno la presidenza nazionale dell’Azione cattolica ha voluto incontrare le presidenza diocesane (oltre 700 persone da tutta Italia) concentrando l’attenzione sui 5 cardini che emergono dall’ esortazione:
-I POVERI che ci chiedono una conversione rispetto le nostre scelte e priorità. Tornare ai poveri, incontrarsi con i poveri, capire le cause profonde delle povertà, cogliere quelle che caratterizzano alle nostre città, interrogarsi sulle reti di solidarietà possibili;


-IL DIALOGO, come esercizio di fraternità. Promuovere prima di tutto il dialogo tra le persone significa gettare radici profonde per poi dare vita anche ad un fecondo dialogo tra culture e razze. La fraternità vera nasce, infatti, dal mettersi sulla stessa lunghezza d’onda, conoscersi reciprocamente in profondità e, allo stesso tempo,  comprendere e accogliere l’altro;
-IL POPOLO: vogliamo oggi contribuire a costruire il senso di popolo di Dio, a trovare pratiche di espressione del senso della nostra fede per poter portare a tutti l’annuncio di Gesù nell’ascolto della Parola, nella responsabilità comune e nella fraterna compagnia dei nostri pastori;
-LA GIOIA: con Gesù nasce la vera gioia. La vita è “luogo teologico”; essere laici oggi significa vivere la quotidianità come dono di Dio, sapendone riconoscere i segni nelle esperienze concrete e quotidiane; è avere uno sguardo grato nei luoghi specifici e quotidiani, quali famiglia, posto di lavoro, scuola, città.. che sono per il laico “luoghi della gioia”; non c’è apostolato se non nella gioia;
-LA MISERICORDIA  come radice della fraternità: mettere da parte la categoria del giudizio, amare “tutto l’uomo” e prendersi cura di tutti gli uomini. La misericordia rende la Chiesa inclusiva e non esclusiva
Ad una iniziale presentazione dell’insieme, sono seguiti 5 mini convegni  con un ricco approfondimento delle tematiche scelte, l’ ascolto di alcune esperienze che incarnano questi cardini della buona vita del vangelo e poi lavori di gruppo per dare voce alle diocesi di tutta Italia:  spazio per raccontarsi, raccogliere idee, individuare progetti e costruire processi per crescere insieme in queste 5 direzioni.
Poche righe per far intuire la ricchezza di quanto abbiamo ascoltato:
-riguardo ai Poveri  è intervenuto Don Marino Callegari, delegato regionale della Caritas del nord est;
-per la Gioia don  Emilio Centomo, assistente nazionale adulti, ha presentato la casa di spiritualità di san Girolamo a Spello con tutte le offerte di formazione e accoglienza che vengono proposte
-sul Dialogo Franco Vaccari  ci ha commosso mostrandoci  “dissonanze in accordo”  la splendida/profetica realtà di Rondine che ormai da 15 anni propone ai ragazzi di tutto il mondo l’opportunità di condividere con un proprio presunto nemico un percorso di studio e insieme di conoscenza e riconciliazione, palestinesi ed ebrei, indiani e pakistani, azeri e curdi….
-della Misericordia ci ha parlato don Vito Piccinonna come responsabile dell’ ”Oasi strade aperte” una casa per padri separati a Bari, che ospita x un massimo di 2 anni persone che sperimentano gravi fragilità che spesso coincidono con la perdita del lavoro ed insieme dei legami familiari.
-per il Popolo è stata chiesto a due diocesi di condividere le belle prassi di vita associativa parrocchiale, Reggio Calabria e Concordia Pordenone hanno raccontato con semplicità la bellezza della loro quotidianità, esperienze concrete con cui le associazioni cercano di vivere-diventare popolo di Dio.

La ricca liturgia che ha scandito queste 3 giornate  è stata presieduta dal nostro assistente nazionale Mansueto Bianchi, che abbiamo già avuto il piacere di conoscere pochi mesi fa in occasione degli EESS  da noi organizzati.

Vita che si fa preghiera e preghiera che si fa vita, la presenza dell’AC infatti non è disincarnata, vive nel territorio, è inserita nella storia, ne fa memoria e quindi sa ritagliarsi lo spazio per ricordare anche il 70° anniversario della liberazione e sa fare spazio per l’attualità a volte drammatica come quella del terremoto in Nepal.

La recente pubblicazione del taccuino di Bachelet  del 1964 è stata l’occasione per ricordare con riconoscenza la storia della nostra associazione, dei suoi testimoni che hanno dato la vita per ciò in cui credevano ed insieme uno stimolo a imitare buone prassi, semplici buone abitudini come quella di Vittorio B che appuntava ogni giorno alcune accadimenti della sua vita con brevi commenti e spunti di riflessioni ancora attuali.
un taccuino bianco è stato consegnato  a tutti i partecipanti con l’invito a fare altrettanto, per aiutarci a ricordare  alcuni momenti della nostra giornata e a fissarne valore e ricchezza.

Uno sguardo sempre aperto al mondo è stato stimolato fin dall’inizio dall’intervento di saluto proposto da Emilio Inzaurraga coordinatore del Forum Internazionale di Azione Cattolica ed è stata ulteriormente incoraggiato dalla celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Savio Hon Tai-fai, S.D.B. segretario della congregazione per l’evangelizzazione dei popoli

Il convegno si è concluso con una condivisione sulle scelte nazionali dell’ac inerenti la promozione associativa, l’area della formazione, il movimento studenti e quindi il dibattito per dare voce a tutti i presenti, prima dell’intervento conclusivo del presidente nazionale: Matteo Trufelli:

«Non lasciamo rubare la forza missionaria, piuttosto sbilanciamoci in avanti. In termini calcistici, passiamo da un prudente, difensivo e a volte comodo modulo 3-5-2 ad un coraggioso modulo d’attacco 4-3-3, che richiede più estro, più fantasia, maggiore capacità di reazione ai rischi dello sbilanciamento, ma che ci proietta in avanti nella partita della vita». È con questa metafora che chiude il suo intervento il Presidente nazionale Matteo Truffelli, Facendo nei fatti proprio, a nome di tutta l’associazione, quando indicato da Francesco al n.109 della Evangelii gaudium: «Le sfide esistono per essere superate. Siamo realisti, ma senza perdere l’allegria, l’audacia e la dedizione piena di speranza! Non lasciamoci rubare la forza missionaria!».

Tutto questo e altro ancora in soli tre giorni! Una bella esperienza di Chiesa, assistenti e laici insieme nella preghiera, approfondimento, condivisione, confronto e discernimento.
Con gratitudine per l’esperienza condivisa come partecipanti della diocesi di concordia Pordenone ritornano a casa con il desiderio e la volontà di dare continuità  al percorso iniziato.
Barbara G.

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