Il Giubileo dei Profughi e degli Immigrati e la settimana per l’Unità dei Cristiani

Sabato 16 gennaio alle 15 ci siamo trovati a Pordenone, davanti alla Casa della Fanciulla, quasi 300 persone, per iniziare il breve pellegrinaggio che ci ha visto attraversare il parco “San Valentino”, abbiamo poi  scorso in lontananza la parrocchia del beato Odorico e infine siamo arrivati alla Casa della Madonna Pellegrina. Si è dato avvio al GIUBILEO DEI PROFUGHI E DEGLI IMMIGRATI; come ci ha ricordato il vescovo Pellegrini, non si trattava di fare una marcia per essere visibili nel centro della città ma ripercorrere le periferie, attraversare insieme  i luoghi che molti

profughi e richiedenti asilo hanno abitato in questi mesi. Arrivati alla sede della Caritas abbiamo pregato insieme, cercando di rispettare le diversità e le ricchezze di ciascuna religione, si è trattato di un breve momento di preghiera interreligiosa, moltissimi i mussulmani, rappresentati dalla quasi totalità dei profughi e poi i cristiani delle varie confessioni. Attenzione ai gesti e alle traduzioni in italiano, francese e urdu perché la maggior parte dei presenti potesse capire almeno una parte di ciò che veniva letto e pregato. Siamo  così abituati ad essere compresi e a comprendere subito, ciò che ci viene detto nei nostri quotidiani ambiti di vita, che facciamo fatica quando la comunicazione viene interrotta o per lo meno rallentata e resa difficile, quando la lingua, la cultura e la religione stessa sono diverse... Non si tratta solo di leggere qualcosa che rappresenti ciascuna appartenenza ma di conoscere l’altro, di stare con lui, cercare e scegliere ciò che unisce ed arricchisce e poi, rispettare e accogliere anche ciò che l’altro porta con se di diverso. Abituati tra le tantissime proposte a scegliere solo ciò che è simile alla nostra sensibilità e ciò che ci piace, questo rappresenta un ottimo esercizio di crescita e di arricchimento.

Il Giubileo è “nostro”, noi cattolici lo abbiamo voluto celebrare.. ma la stragrande maggioranza delle persone presenti non era italiana, grazie per la loro presenza e grazie anche alle parole del vescovo che al termine dell’incontro, con umiltà, ha chiesto scusa se a volte come Chiesa ci siamo trovati impreparati alla venuta di tanti profughi, ci siamo un po’ dimenticati che sono nostri fratelli e non abbiamo saputo essere Volto accogliente di Gesù. Mons. Pellegrini si è impegnato come diocesi a crescere nella disponibilità e attenzione all’altro, soprattutto a chi è in difficoltà.


LA SETTIMANA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI è un'iniziativa internazionale di preghiera che si celebra ogni anno tra il 18 e il 25 gennaio. Le diverse confessioni cristiane da sempre hanno pregato per l'unità, ma separatamente. Come cattolici l'iniziativa nasce inizialmente come invito a pregare “per il ritorno a Roma dei dissidenti” e solo grazie ad un abate francese, considerato “il padre dell'ecumenismo spirituale”, la preghiera viene orientata alla richiesta di riconciliazione reciproca, tra tutti i battezzati nella fede cristiana, tutti in cammino verso l’unità "che Dio vorrà, con i mezzi che Egli vorrà", nella convinzione che “non si prega per la conversione ad una chiesa, ma per una conversione a Cristo”.

Anche nella nostra diocesi questo appuntamento ci aiuta come chiese cristiane e ripartire dalle nostre radici comuni, a ricercare insieme la conversione del cuore e la comunione: Conoscere, condividere, ricercare, costruire insieme nuovi legami, pregare lo stesso Dio.  E così che la Chiesa Valdese Metodista di Pordenone , quella Evangelica Battista di Pordenone, la Chiesa Ortodossa Rumena insieme alla Chiesa cattolica della nostra diocesi si sono date appuntamento per due significativi momenti di preghiera:

-Lunedì 19 gennaio si è celebrata a Pravisdomini nella chiesa parrocchiale il primo momento ecumenico, introdotto da un gesto simbolico che ha visto portare all’altare una bibbia, da parte di un rappresentante Valdo-Metodista, di una icona di Maria, da parte del pope rumeno della Chiesa Ortodossa di Portogruaro e di un pane, da parte di un sacerdote cattolico. Al centro della celebrazione la Parola: la lettura, il commento e la preghiera di un brano tratto della prima lettera di Pietro.

-Giovedì 22 gennaio a Pordenone nella chiesta battista si è celebrato il secondo appuntamento. Al centro sempre la Parola e poi un gesto che racconta una comunità che cammina insieme, nella diversità di ruoli e di appartenenze ma tutti  verso la stessa direzione. Ci siamo trovati laici, seminaristi, pastori, religiosi e sacerdoti, in fila per accendere una candela alla stessa fiamma e poi a toccare ed assaggiare lo stesso sale: tutti invitati ad essere luce e a portare sapore nelle nostre comunità e nei nostri paesi.

Tre appuntamenti importanti per la nostra diocesi si sono appena conclusi, ma gli esercizi di dialogo e di preghiera compiuti, devono diventare per noi un allenamento costante, è sul lungo periodo che si vedono i risultati...
Grazie dunque a tutte le persone che si impegnano per ricomporre l’unità tra le chiese e le diverse appartenenze religiose e lavorano per accrescere la comunione nei vari ambienti di vita. Un grazie dunque anche a Silvia Bortolin che rappresenta l’Azione Cattolica all’interno della commissione diocesana ecumenica e per il dialogo interreligioso, la sensibilità associativa, insieme alla collaborazione della nostra associazione diano sempre buon frutto.

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