Futuro Presente: l’Azione Cattolica compie 150 anni
150 sono le candeline per l’Azione Cattolica, 188 gli aderenti della Diocesi di Concordia-Pordenone che si sono messi in viaggio verso la Capitale, 24 le ore trascorse insieme, 4 i pullman riempiti, 2 i temerari che ci hanno raggiunto in bicicletta, una sola la meta: incontrare Papa Francesco in Piazza San Pietro nel giorno in cui si festeggia il compleanno dell’Azione Cattolica.
L’ingresso in Piazza San Pietro suscita in noi grande emozione ma anche un senso di pace: ci sentiamo a casa, abbracciati dal colonnato del Bernini e accolti dal clima festoso e squillante che già si respira fin dalle prime luci del mattino. Le ore passano veloci, tra musica e parole: infatti il ricordo dell’AC del passato, con i brani letti da Beatrice Fazi e Flavio Montrucchio, la narrazione dell’AC del presente e il sogno dell’AC del futuro, con l’intervista del presidente nazionale Matteo Truffelli a un bambino e a un giovane di AC, sono intervallati da alcuni momenti musicali durante i quali abbiamo ascoltato “Ama e dimentica”, la canzone di Stefano Picchi scritta utilizzando le parole del Papa e l’Inno, “Futuro Presente”, scritto e cantato da Francesco Sportelli.
…fino a quando arriva il momento tanto atteso:
tutti cercano con lo sguardo la Papa Mobile che scorre veloce tra le vie lasciate libere in mezzo alla folla ed è un tripudio di emozioni: la veste bianca si muove leggera, alzata dal vento sul cielo terso, Francesco saluta, lasciando a tutti la sensazione di essere i destinatari del suo sguardo.
Le parole e i gesti del Santo Padre riescono come sempre a racchiudere grandi contenuti nella semplicità della loro forma e questo ci commuove: l’abbraccio con il presidente Truffelli è l’abbraccio con ogni aderente, le battute e i commenti “a braccio” che sottolineano le parti più salienti del discorso risuonano come i consigli accorati di chi ci vuole bene, la spontaneità con cui il Papa ci dice “Anche per me è un po’ aria di famiglia: mio papà, mia nonna, erano dell’Azione cattolica!” ci fa sentire davvero a casa e anche un po’ speciali!
Non esistono ricette ma il Papa ci ha dato tanti ingredienti che starà a noi impastare insieme per far crescere l’AC. Tre sono quelli che vogliamo ricordare:
- Un’abbondante passione cattolica
La nostra associazione è privilegiata, è un seminario per laici. Il valore aggiunto è proprio il carisma della formazione, che è qualcosa di sempre nuovo che arricchisce le persone, è ciò che dà il profumo alla nostra passione.
- Mai dimenticare di non chiuderci dentro la parrocchia e diventare un’elite
La parrocchia non è una struttura caduca, perché è una presenza cristiana, in cui le persone si sentono accolte e in cui possono apprezzare ed annunciare con gioia e impegno l’amore di Dio. L’azione cattolica non deve diventare un posto per pochi eletti, ma deve stare con la gente, prendersi cura di essa e contribuire a rendere la società un po’ più giusta, positiva e fraterna senza mai scoraggiarsi. Perché sono tante piccole gocce di bene che formano un “mare” di amore.
- Spolverizzare il tutto con questi tre suggerimenti
“ Non camminare con gli occhi all’indietro, farete uno schianto! Non guardarsi allo specchio! In tanti siamo brutti, meglio non guardarsi! E non mettersi comodi in poltrona, questo ingrassa e fa male al colesterolo!”.
Ricordiamoci di non essere cristiani da divano, ma sempre pronti con occhi aperti, attenti e dolci verso tutti i nostri fratelli.
Sulla via del ritorno nelle nostre menti e soprattutto nei nostri cuori risuonano le parole e le emozioni vissute durante la nostra breve, ma intensa, esperienza romana: siamo felici di aver vissuto questa esperienza in modo unitario perché, tutti – grandi, piccini e adultissimi – hanno potuto sentirsi parte della grande famiglia dell’AC, ricaricando le batterie e portandosi a casa la felicità di «vivere all’altezza della nostra storia»!
Elisa Bado e Chiara Pillin