Domenica 15 giugno 2014 a Fiume Veneto si è svolta l’ormai tradizionale Festa Diocesana che ha visto coinvolti circa 500 tra ragazzi, accompagnati dai loro educatori, ed adulti di Azione Cattolica.
Il titolo della festa era “Beati perché…” con due sottotitoli diversi: “…tutto giostra intorno a Te” per i ragazzi e, “…in festa con Te” per gli adulti”, che richiamavano il tema che faceva da sfondo ovvero le “Beatitudini”.
La giornata si è aperta con la celebrazione eucaristica presieduta dal nostro vescovo mons. Pellegrini e si è poi sviluppata in due attività diverse per gli adulti e per i ragazzi.
L’incontro degli Adulti è stato accompagnato da una riflessione di suor Giuliana Galli su come vivere le Beatitudini. Suor Giuliana, brianzola residente a Torino, laureata in Sociologia e Scienze del Comportamento, con un Master conseguito negli USA, ha ricoperto incarichi su vari fronti, tra cui: il coordinamento del volontariato nella Piccola Casa della Divina Provvidenza, la rieducazione di tossicodipendenti reclusi nelle carceri di Torino; è cofondatrice di varie onlus impegnate sul fronte delle povertà, infine membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Compagnia di San Paolo.
Nella sua riflessione è partita da un dato di fatto: la parola Beatitudini si confronta sempre con un’altra, il Male, presente fin dagli inizi, e poi in tutti i tempi e luoghi. Il male produce sofferenza; a volte è voluto e colpevole, a volte no, accade e basta. Il secolo scorso ce ne ha dati esempi a ripetizione. Oggi particolarmente non possiamo più dire che non sapevamo, che non si poteva vedere. La prima cosa da vincere è l’indifferenza.
Ogni volta di fronte al male la domanda che esplode è la stessa: dov’è o dov’era Dio in quel momento? Perché a me?
Le risposte sono state tante. In genere si cerca una colpevolezza nell’individuo colpito, per sentirsi più sicuri; ma non è sempre così, non è questa la spiegazione. Il male è il grande mistero.
Il Dio misericordioso, potente e giusto risponde inviando suo figlio, non come un superuomo, ma come carne della carne umana. Il mistero della Croce illumina la nostra sofferenza e le Beatitudini è uno dei messaggi che Cristo lascia, quale antidoto a fronte della violenza. Come si mettono in pratica: ognuno deve trovare il proprio modo, la propria risposta, da solo e comunitariamente, con la fede che l’ultima parola la dice Dio e noi arriviamo alla penultima, mettendo in gioco la nostra responsabilità.
Nel pomeriggio invece, aiutati da alcune attività preparate dai gruppi adulti parrocchiali, ci siamo interrogati con alcune beatitudini: “Beati i poveri in spirito…”, “Beati gli afflitti…”, “…saranno consolati”, “Beati gli operatori di pace…” cercando di “vivere concretamente” cosa vogliono dire e che valore hanno queste “frasi”.
Anche l'ACR con con attività specifiche per i ragazzi si è confrontata con le "Beatitudini". Vi invitiamo a leggere l'articolo della festa ACR.
Una bella giornata di festa e di gioia, ma la gioia non può essere piena se non è condivisa! Infatti, come tutti gli anni, l’AC si è impegnata in una iniziativa di solidarietà: una parte del ricavato dalle quote di partecipazione andrà a favore del progetto degli “Orti sociali” promosso dalla cooperativa “Abitamondo”.